Regia di Buster Keaton vedi scheda film
A parer mio non il miglior film di Keaton, anche se tra i più originali e miglior diretti di tutta la sua filmografia. Continua la sua esplorazione nell'incompiuto (il finale disilluso), nell'inettitudine (Keaton ed il suo personaggio che non riesce a vivere in quel mondo), nel paradosso (prima cerca le donne che non lo prendono in considerazione, poi viene cercato quando non le vuole più; prima non riesce a dichiarare il suo amore, poi gli tocca chiedere la mano a chiunque incontri); il personaggio Keaton in tutta la sua malinconica ricerca dell'essere trova ancora sempre nuovi ostacoli che lo separano dalla felicità, felicità che è sempre illusoria e vana, il finale ne è paradigma. Tutti i suoi finali sono simbolo dell'impossibilità della realizzazione, della futilità del successo, dell'inutilità del mettercela tutta. Il personaggio Keaton è eroe solitario e malinconico sempre e comunque, il mondo non fa che negargli di continuo la serenità e quando sembra raggiungerla tutto si rivela un'illusione. Nel film ci sono molte scene interessanti anche al di là del mitico inseguimento come, su tutte, la bellissima scelta di montaggio nella scena in cui non è l'automobile a muoversi ma tutto quello che le sta intorno. Keaton continua la sua idea di fusione di realtà e sogno, l'onirico diviene forza dominante di tutto il suo meccanismo filmico.
Alienante ed alienato. Malinconico e sentimentale. Folle e geniale!
Buona spalla.
Buona spalla.
Ottima regia sottolineata in particolare nella mitica scena dell'inseguimento che occupa quasi interemante la seconda parte del film, sa muovere bene la macchina da presa il buon Buster e sa giocare alla meraviglia con i grandi spazi e con gli oggetti.
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