Regia di David Koepp vedi scheda film
Johnny Depp si cala nei panni del trafficante d’arte Mortdecai, protagonista di una serie di romanzi di Kyril Bonfiglioli (edita in Italia da Piemme). Coinvolto in un intrigo internazionale dove un quadro di Goya è nel mirino di trafficanti e servizi segreti, Mortdecai deve anche cercare di riguadagnare l’affetto della moglie, respinta dai suoi amati e ridicoli baffi a manubrio. Dandy in un mondo di zotici, il personaggio letterario era un truffatore spregiudicato e irresistibile, mentre nel film si riduce a vittima inetta che reagisce, per lo più malamente, alle situazioni in cui si trova, dunque senza il fascino di una brillante intelligenza. Depp vorrebbe reinterpretarlo con la devastante idiozia dell’ispettore Clouseau di Peter Sellers, ma il suo campionario ormai stravisto di smorfie, più o meno esagerate e a cui è sconosciuto il valore della pausa, non gli guadagna simpatia. Una vera débâcle per l’attore, considerato poi che si tratta del suo terzo recente e disastroso flop dopo The Lone Ranger e Transcendence. Anche il tentativo di dare un tono sofisticato al film, con la trasformazione del bestiale agente Malnard del romanzo nel delicato e innamorato Ewan McGregor, non sortisce effetto, perché, a conti fatti, nel climax si punta su gag a base di vomito, come in un film dei Farrelly, ma senza spontaneità. E non bastano ricercati costumi e cambi di scena in CGI a salvare lo stile.
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