Regia di Vittorio Metz, Marcello Marchesi vedi scheda film
Un film molto gradevole, ma meno nella seconda parte. Qui la trama scende sui binari del thriller, ed è meno convincente, nonostante resti bellissima la parte sull'autobus.
Ma nel complesso il film si avvantaggia di una sceneggiatura ben costruita (si sente la mano di un genio del teatro come Scarpetta), piena di ritmo, e ricca di variazioni sui vizi umani: la sconclusionatezza di tanti intellettuali; la cialtroneria del commerciante (qui Totò); l'ignoranza del popolino che per poter parlare contento ha bisogno di un colpevole ben prima che si possa accertare la verità; la leggerezza del'avvocato che chiude un occhio per debolezze private; l'arroganza misera del mafiosetto (il cognato di Totò); la civetteria di una donna opportunista, la gelosia del suo tronfio marito e la pavidità squallida dell'amante pieno di slanci d'apparenza quanto di frustrazioni; la deleteria mammoneria italica della moglie di Totò che è così modesta culturalmente...
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