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Singham

Regia di Rohit Shetty vedi scheda film

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La recensione su Singham

di braddock
8 stelle

Più ho modo di assitere alle pellicole d'azione prodotte a Bollywood e più tendo ad apprezzare questo stile bizzarro a mia impressione molto sopra le righe, capace di conciliare spettacolari sequenze movimentate con lunghe scene di balli corali e ad un'estremizzazione delle atmosfere rappresentate. Questo SINGHAM mostra unamarcata somiglianza al DABANGG dell'anno prima, trasmesso tempo fa mi pare su RAI 4, e come DABANGG ha già avuto un sequel entrambi inediti in Italia. Al posto di Salaman Khan, la parte del protagonista viene assegnata ad Ajay Devgn ma per il resto rimane tutto piuttosto speculare sebbene qui il risultato mi è parso di efficacia maggiore. La storia vede sempre un poliziotto intereggerrimo e imbattibile, che affronta senza paura alcuna contro temuti malviventi dall'immenso potere. Tale agente è appunto il Singham del titolo, trasferito a comandare il distretto della piccola cittadina in cui è nato. Qui il protagnosita reincontra la famiglia, conosce Megha (Sonali Kulkarni) una ragazza del posto innamorata di lui e combatte ogni delinquente con metodi a dir poco irruenti. I problemi cominciano quando Jaykant  (Prakash Raj) un potentissimo boss della criminalità organizzata con influenti appoggi politici viene condannato di un crimine proprio nella contea di Singham. Il malvivente fa preparare dai suoi uomini una bustarella pensando di chiudere in breve la scocciatura con una sbrigativa corruzione, ma Singham non prende nemmeno in considerazione l'ipotesi di accettarla schedando invece le impronte digitali di Jaykant davanti a tutti gli abitanti della cittadina. Furioso per l'umiliazione ricevuta il boss fa valere i suoi appoggi per ottenere il trasferimento del poliziotto nel dipartimento di Colva, la città nella quale detiene il suo dominio. Inizialmente questo trasferimento viene ben accettato da Singham in quanto potrà così reincontrare Megha, la quale si era a sua volta trasferita nella medesima città. L'obiettivo di Jaykant è però quello di usare i suoi scagnozzi per attuare una costante persecuzione nei confronti Singham fino ad indurlo al suicidio, come già fatto col precedente capo del distretto che aveva lasciato una moglie vedova e un foglio poco più che neonato orfano. Il boss però, scoprirà presto a sue spese di avere di fronte un avversario senza eguali. Come detto lo svolgimento e lo sviluppo della trama risultano all'incirca identici al film con Salaman Khan, ma qui non sono presenti cali di ritmo mentre la storia conta di meno risvolti secondari in modo da risultare più avvicente e lineare. Le sequenze di combattimento sono del tutto digitali, realizzate tramite l'uso degli effetti speciali a dispetto delle vere arti marziali, ma tutto sommato divertono parecchio. Come accade in numerose pellicole conazionali, anche qui tra un balletto e l'altro si superano abbondantemente le due ore di durata. Il ritmo elevato, l'ottimo dosaggio di commedia e di momenti dramamtici oltre alla cura della regia nonchè della messa in scena riescono comunque a far trascorrere il tempo senza farlo pesare. Ottima inoltre la prova recitativa di Ajay Devgn, spesso consono a ruoli più dramamtici. Se si apprezza il genere e lo stile indiano può essere un altro titolo da tenere a mente.       

Su Ajay Devgn

Ottima

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