Regia di Michel Mardore vedi scheda film
Il film era in francese con sottotitoli fatti ad hoc in italiano, la proiezione era organizzata dall'Institut Francais di Palermo che qui ringrazio per la splendida iniziativa. E' un film che trovo di grande qualità e di inquietante interesse. Innanzitutto colpisce il paesaggio in cui si svolge la storia, la grande fattoria antica, la zona intorno tutta verde e il fiume. Sembra un posto per andarci a fare una vacanza immersa nella natura e oggi ne avrebbero fatto un terribile agriturismo. La ragazzina quattrodicenne, peraltro sviluppata già donna, è il personaggio centrale e diventa la vittima inconsapevole del finto partigiano. E' un trucco diabolico quello che l'ufficiale tedesco escogita per carpire la semplicità di una ragazzina annoiata per farlo mettere in contatto con i partigiani veri per poterli catturare. E' un film che mostra anche il collaborazionismo dei francesi, solitamente nascosto nella filmografia su quel periodo storico, ma che poi è lentamente è entrato nel cinema. Ricordo tra i più vecchi Lancombe Lucienne (non sono sicuro di come si scrive) e, tra gli ultimi, La chiave di Sara. I francesi furono fedeli esecutori degli ordini delle truppe tedesche, anche nel rastrellare e consegnare gli ebrei. Il film è pieno di erotismo nel rapporto tra Nanette e il finto partigiano. Una tensione che pervade morbosamente gran parte del film e che il tedesco utilizza per manipolare la volontà della ragazza. Apparentemente si comporta da gentiluomo nonostante la ragazza stia sempre tutta nuda addosso a lui ma, con grande cattiveria, la rende cosi strumento inconsapevole del suo piano.
Molto impressionante è la scena in cui, con la camera che inquadra ad iniziare dagli stivali neri e lucidissimi e poi sale lentamente, si vede il finto partigiano nella sua vera identità con una divisa nera da SS e una spada al fianco, solitamente mai vista in un ufficiale in servizio. Totalmente ed inutilmente perfida è la decisione del tedesco di far decidere (appartentemente) alla ragazza lo sterminio dell'intero paese, rendendola così per sempre schiacciata da un senso di colpa immane. Sarebbe bene eliminare dalla presentazione di Filmtv la vera identità del finto partigiano, nel film si capisce solo con la lenta inquadratura dal basso verso l'alto dell'ufficiale con la divisa nera, la spada e tutti gli orpelli decorativi che lo rendeno ancora più temibile.
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