Regia di Angus MacLane vedi scheda film
Gli eroi di Toy Story, questa volta, si cacciano veramente in grossi guai. Si perdono in un labirinto sotterraneo. E c’è un mostro dalle sembianze preistoriche che dà loro la caccia. Questo cortometraggio della Pixar è un omaggio al thriller ed al cinema horror, ai suoi cliché narrativi, alle sue tradizionali ambientazioni, con un deferente pensiero rivolto a Hitchcock ed al suo Psycho. Norman Bates rivive, in una ironica rivisitazione infantile da era digitale, sullo sfondo del classico motel immerso nel nulla, in cui si è costretti a fermarsi e a passare la notte a causa di un imprevisto. È in quel luogo solitario e silenzioso che per i giocattoli si apre una sinistra avventura: cominciano a scomparire uno alla volta, come in Dieci piccoli indiani, poi una bambolina bionda resta sola, dentro la vasca da bagno, mentre un’ombra scura appare al di là della tenda. Dopo questa tenebrosa parentesi di paura, il colore tornerà a dominare la scena, con le tinte smaccate della plastica variopinta, che riporteranno i toni del mondo delle favole, popolato da pupazzi inermi e decisamente goffi, però ricchi di fantasia. La suspense non si separa mai dal divertimento e dalla curiosità di scoprire, in quelle figure stilizzate e dalle proporzioni anomale, la capacità di adattarsi alle situazioni più diverse, in virtù di un’intelligenza creativa e di un’emotività variabile e intensa come quella umana. I cartoons sono mirabilmente flessibili e deliziosamente fragili, abili nel trasformare i pensieri in piroette e nel tradurre la paura in un acrobatico cimento. Si piegano e si spezzano, per poi magicamente rinascere: l’automatismo non è però più puro meccanicismo coreografico, come agli albori del genere, perché è ostacolato dalla tensione, da un accenno di disperazione, dal timore di non essere all’altezza. Il ritmo rallenta, per seguire il crescendo del giallo, ma anche per adeguarsi all’andamento di una realtà misteriosa e combattuta, in cui nulla è scontato, ed ogni invenzione è un’impresa sofferta. Il mondo entra nella dimensione incantata del sogno: la invade con i suoi incubi più tetri, con le deformazioni della follia, con le gioie che diventano manie. Ed il terrore smette di identificarsi con il lupo cattivo, per spostarsi sui problemi veri, colpevolmente causati dagli adulti.
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