Regia di David Dobkin vedi scheda film
Cinemino così ordinario diventa, a lungo andare, un enorme mostro a quattro teste intenzionato a sbranare l'emotività dello spettatore con il ricatto sentimental(oid)e e la musichetta messa al punto giusto. Verrebbe quasi voglia di non parlare di un film del genere, di chiudersi in un mutismo che non dia fastidio a nessuno; poi però si percepisce l'idea che questa scelta è tanto accomodante quanto lo è questo filmetto presentato in apertura al Festival di Toronto 2014, e visti i consensi che la pellicola di Dobkin ha ricevuto (non consensi entusiasmanti, ma abbastanza positivi da soddisfare qualche critico e da mandare in visibilio intere platee di spettatori entusiasti), viene quasi istantaneo lanciarsi in un seppur breve bilancio del gravoso senso di imbarazzo che si prova di fronte a ritmi e tematiche a cui il cinema americano ci ha abituati fin troppo, e che qui vengono messi al servizio della star Robert Downey Jr. che spazza via vanitosamente il resto di un cast stellare e davvero mal sfruttato. Si parlava di cinema ordinario: The Judge è il film che si è visto centinaia di volte, esponente del sempre celebrato cinema edificante che parla di tematiche scottanti con l'arma del sorriso e della lacrimuccia (sempre che arrivino, sia l'una che l'altra, a scalfire la scorza dello spettatore più ben disposto). Nonostante le potenzialità della trama, presto risolta in un piccolo spettacolo tedioso e verboso che mette a posto tutto e non mette in dubbio nulla, cioè a dire la storia dell'avvocato Hank che tornato nel suo paese per il funerale della madre si ritrova a difendere in aula il padre per un'accusa di omicidio, The Judge si rifugia in melensaggini che puzzano di ruffianeria lontano un miglio e di personaggi facili facili che possano destare nello spettatore quelle profonde (?!?!) emozioni che la sceneggiatura prevede e accentua come una matrigna tirannica e accalappia-consensi.
La simpatia geometricamente (e dunque freddamente) ricercata dalla pellicola, nei confronti di un Robert Downey Jr. più insopportabile del solito, affiancato da un Robert Duvall abbastanza disorientato, è la misura con cui va giudicato il successo di The Judge, tanto che ancora le sale di Italia continuano a proiettarlo ad oltranza senza che il pubblico ne risulti stufo. Il film tenta grossolanamente di mettere insieme un po' di dramma (colonna sonora veramente irritante), un po' di commedia (parentesi ironiche: pipì su pantaloni, vomiti sui marciapiedi, erezioni, amenità bambinesche quando appare in scena l'odiosissima figlia bambina del protagonista), un po' di legal thriller (è stato davvero il padre ad investire quell'uomo?), ma i dubbi lasciano spazio ad estenuanti certezze nel momento in cui ogni personaggio diventa simbolo di una data tematica e di un dato messaggio. Alla caccia della possibile morale riscontrabile in ogni individuo e nella sua singola storia (il fratello Vincent d'Onofrio ex-campione del baseball, il nostalgico fratello Dale debole di mente, l'ex-ragazza Vera Farmiga con figlia grande a carico misteriosamente concepita in passato, il serioso Billy Bob Thornton a fare il piccolo antagonista di turno), ben presto Dobkin si dimentica di dispensare vizi e virtù tra i suoi personaggi, e se lo fa, cerca di farlo nella maniera più dilettantesca possibile, ovvero allungando il brodo di situazioni che nel film si ripetono fino allo stremo, con dialoghi furbescamente effervescenti e twist da far accapponare la pelle (in senso ovviamente negativo). Che 2 single a nozze sia un suo filmetto precedente si vede: in The Judge è tutto buttato sulla barzelletta o sulla favoletta, si annega in un buonismo conformista che possa riscattare i suoi personaggi e possa salvarli all'occhio dello spettatore, al costo di un finale un po' più triste del solito e che non va certo per questo premiato per l'originalità.
E poi, si scuserà simile inezia, ma chi diavolo ha pensato di mettere la mitica mamma Palmer Grace Zabriskie in un film in cui il cognome della famiglia protagonista è proprio Palmer? O anche questa è un'infelice coincidenza?
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