Regia di David Dobkin vedi scheda film
The Judge è un'occasione sprecata. Lo è per il produttore Robert Downey Junior, il quale da protagonista fa la stessa parte di almeno altri suoi precedenti cinque film (né più né meno a livello recitativo), lo è per Robert Duvall, che, con una sceneggiatura migliore, avrebbe potuto giocare al rialzo in termini di performance attoriale, viste le capacità, già così espresse positivamente. Invece nel marasma generale, il film risulta noioso e infinito. Ci mette almeno mezz'ora ad entrare nel vivo delle questioni famigliari, vero nocciolo della storia, e procede per situazioni tronfie, poco verosimili, retoriche, talvolta scontate. La pellicola è più immagine che sostanza. Si salva qualche dialogo brioso, qualche trovata ammiccante e furba, cioè americanissima, tipo la sequenza in aula inerente agli adesivi dei giurati, o il gioco a rimpiattino tra le conquiste del nostro, madri e figlie perse per l'avvocato di successo di rientro nel paese natale. Piacione all'inverosimile, anche nei passaggi più duri e sfacciati come la malattia, le cure e i loro effetti collaterali, la demenza e la perdita del controllo di mente e corpo. Non c'è nerbo, non c'è spunto, riflessione, posizione. Un dramma girato con stile da commedia, un classico prodotto dei ns tempi targato stelle e strisce. Sala piena, diversi sbadigli, mangiatori selvaggi di popcorn, chiacchiericcio di fondo, cinema da multisala di provincia, simile ad un aeroporto. Si salva la logistica spicciola - poltrone nuove di zecca, assai comode - e la compagnia - ma questa è un'altra storia. :-)
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta