Regia di Domiziano Cristopharo vedi scheda film
Primo capitolo di una trilogia girata con estrema cura, nonostante un budget limitato. Una straziante metafora sugli effetti della tossicodipendenza, riletta in chiave personale e in totale libertà creativa.
Russia. Sullo sfondo di una situazione apocalittica, causa imminente dramma nucleare, un uomo (Brock Madson) lentamente subisce i devastanti effetti della desomorfina, un'economica e potentissima droga da iniettare in vena, popolarmente nota come "crocodile drug" per via degli effetti collaterali in grado di provocare una pelle squamosa.
"Dio mi guarda dall'interno degli occhi. L'intero universo è dentro gli occhi. Ogni cosa è lì, persino io sono dentro gli occhi."
"Forse cerco di fuggire da qualcosa. Forse cerco di fuggire da me stesso...."
Primo capitolo (Purgatorio) di una trilogia seguita da Doll syndrome (2014) e Dark waves (2015), prodotto e girato da Domiziano Cristopharo, supportato in sceneggiatura da Francesco Scardone. Dopo aver diretto l'ultimo film in lingua italiana (Hyde's secret nightmare, 2011), il regista ha ormai deciso di abbandonare il cinema tradizionale per proseguire un percorso autoriale del tutto indipendente, controcorrente e svincolato dalle asfissianti regole del mercato cinematografico. Prodotto dallo stesso regista e da Brock Madson, con soli 1.000 euro di budget e dieci giorni di riprese, Cristopharo porta a compimento un film macabro (ma non horror) realisticamente collegato al dramma della tossicodipendenza. Come location sceglie l'appropriato parco nazionale Great Sand Dunes (Colorado), mentre per interprete punta su Brock Madson, tossicodipendente emerso coraggiosamente (e immaginiamo con enormi sacrifici) anche nella realtà dal terribile mondo della droga. Proprio l'interpretazione di Madson, assolutamente totale per quanto sentita e immersiva nel personaggio, contribuisce a rendere in maniera realistica la lenta e inarrestabile discesa verso l'inferno, contraddistinta dalla mutazione graduale del corpo del protagonista (via via rappresentato in chiave sempre più cristica). Cristopharo si occupa anche della bella fotografia, particolarmente "gelida" a causa di tonalità fredde e quindi in sintonia con un ambiente che, assieme al corpo del protagonista, degrada verso la rovina. I dialoghi sono ridotti all'osso, essendo funzionali ai soli monologhi di un uomo che progressivamente arriva a vivere in un mondo irreale, nel quale al concreto contesto ambientale si sovrappone saltuariamente quello visionario. Un occhio che appare in un quadro forato, immagini riflesse in uno specchio ed elaborate secondo una soggettiva e ormai allucinata percezione della cose, suoni irreali. Red krokodil (il termine "red", accostato a quello della micidiale miscela, allude alla localizzazione della storia, ovvero la Russia) non è dunque, ed è bene ripeterlo, un film horror ma piuttosto un ritratto verosimile e agghiacciante di una realtà davvero spaventosa. In fondo, cosa c'è di più orribile se non vedere qualcuno andare di sua volontà, lentamente, verso la morte? Il finale, parzialmente, apre uno spiraglio di ottimismo sulla capacità dell'essere umano di potersi opporre alla terribile condizione della dipendenza. Una condizione innaturale e inaccettabile, come enunciato dalle parole pronunciate dal protagonista ormai completamente trasformato: "Devo tornare indietro, essere un uomo nuovamente. Questa è l'unica scelta che ho..."
Nel realizzare questa dolorosa (ma anche positiva, data la possibilità di riscatto) metafora sulla tossicodipendenza, lo sforzo del regista e dei pochi collaboratori coinvolti (in particolare il compositore musicale Alexander Cimini) non è passato innosservato, venendo premiato ai vari festival che hanno avuto l'onore di ospitare Red krokodil.
La parola al regista
Domanda: il protagonista, Brock Madson, offre una performance davvero immersiva pur essendo al suo primo ruolo. Come è stato coinvolto nel progetto?
DOMIZIANO CRISTOPHARO: "Madson è stato scelto dopo un'estenuante ricerca d'un attore italiano, durata quasi due anni. Alla fine ho deciso di non perdere altro tempo e cercare all'estero. Tutti volevano fare un film da protagonista, anche gli emergenti, ma come leggevano delle scene di nudo, scappavano via. Qui in Italia si teme che recitare svestiti rovini le carriere (evidentemente non conoscono la professionalità di tanti attori disposti a interpretare nudi, da LaBeouf a De Niro, passando per Vincent Gallo e Depardieu). Quando ho visto Brock in un'agenzia USA qualcosa nel suo viso mi ha colpito subito. Lui si è dimostrato entusiasta di prendere parte al film e solo dopo ho scoperto che era stato tossicodipendente per 5 anni. In qualche modo, fare il film per lui è stato qualcosa di simile a un processo di redenzione."
Domanda: quando hai iniziato a girare Red krokodil, avevi già in mente di realizzare una trilogia?
DOMIZIANO CRISTOPHARO: "Sì. Red krokodil faceva già parte di una trilogia. Quando è stato girato, Dark waves era gia stato realizzato. Il percorso di viaggio era inverso: Paradiso (Dark waves), Purgatorio (Red krokodil) e Inferno (Doll syndrome). Al solito le distribuzioni scombinano i piani ed è uscito prima Red krokodile, quindi Doll syndrome e solo per terzo e ultimo Dark waves."
"Comprare droga è come comprare un biglietto per un mondo fantastico, ma il prezzo di questo biglietto è la vita."
(Jim Morrison)
Trailer
F.P. 16/08/2021 - Versione visionata in lingua inglese (durata: 83'19")
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