Regia di Matthew Warchus vedi scheda film
Se lo facessero vedere nelle scuole superiori, poi una società un po' migliore, alla lunga, ci sarebbe.
Film d’essai molto carino e molto british. Racconta la storia vera di come negli anni ’80 un gruppo di gay e lesbiche appoggiò i minatori e il loro lungo sciopero, raccogliendo fondi per aiutarli. I minatori erano al tempo mal visti da tutti, gente, stampa, governo ovviamente, un po’ come gli omosessuali, i quali sentono questa comune persecuzione e decidono di darsi da fare. Il tutto è vero, per quanto un pochino romanzato, ed è raccontato con la giusta leggerezza, con humour, con decisione e anche con orgoglio. Il film vola via tra avvenimenti e battute, con un cast con pochi volti famosi ma da capogiro per qualità, per freschezza e credibilità. Una regia ispirata, una sorte di Ken Loach al meglio (il regista si chiama Warchus), una bella storia che andava raccontata, con questi “pervertiti” come ironicamente si autodefiniranno e i minatori e un intero paesino che supereranno pregiudizi senza senso. Bello bello, molto consigliato, critica e pubblico molto contenti e io anche, col mio otto. Film leggero ma educativo e necessario. Lo dovrebbero dare in prima serata in quei Paesi sotto sviluppati tipo Russia o Turchia, e vedere l’effetto che fa.
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