Regia di Matthew Warchus vedi scheda film
Ispirato ad una vicenda vera, l'alleanza bizzarra tra un sindacato di minatori ed un'associazione gay per creare interesse presso l'opinione pubblica in una fase durante un duro sciopero nel 1984, contro le politiche sul lavoro e sull'economia di Margaret Thatcher, "Pride" ha riscosso un discreto successo in Europa. Senza protagonisti veri e propri, mette in scena diversi personaggi che compongono il curioso abbinamento, con buona scrittura, tra l'altro con una ricostruzione d'ambiente, e d'epoca, ben centrata: si respira l'aria di quegli anni, in cui le manifestazioni vivevano soprattutto della spinta che fornisce la speranza che a qualcosa potessero servire. Giocato perlopiù nei toni di una commedia, che via via incamera motivi più drammatici ( c'è la tematica dei sacrifici e della perdita del lavoro, ma fu anche l'anno in cui l'Aids si affacciò alla ribalta mediatica), il film procede speditamente, dipingendo l'ottusità retrograda di parte della società, e la voglia di cambiare le cose che anima un'altra fascia della collettività. Va riconosciuto, a certo cinema britannico, della capacità di parlare di tematiche importanti, e anche molto serie, con leggerezza ma senza superficialità, in maniera da raggiungere fette di pubblico più ampie e far conoscere argomenti che altrimenti non sarebbe semplice presentare. Nel cast brillante e articolato, da menzionare Andrew Scott e Dominic Cooper: divertente e intelligente, simpatico e ritmato, in un'epoca in cui viene quasi ufficialmente raccomandato l'egoismo come valore, ben venga un invito all'umana solidarietà qual'è questo.
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