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Più buio di mezzanotte

Regia di Sebastiano Riso vedi scheda film

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La recensione su Più buio di mezzanotte

di alan smithee
5 stelle

CANNES 2014 – SETTIMANA DELLA CRITICA

locandina

Più buio di mezzanotte (2014): locandina

Catania 1986: mentre Rettore canta il suo melodico, appassionante, eccessivo e melodrammatico “Amore stella”, che furoreggia e diventa una delle hit del popolo gay, il quattordicenne Davide, piccolino e delicato, fisico efebico e quasi femminile, attira sempre di più col suo comportamento così poco ortodosso, le attenzioni del padre, personaggio duro ed intransigente, ben diverso dalla dolce madre, comprensiva ma anche remissiva e ritrosa a causa di una malattia agli occhi che la sta rendendo progressivamente cieca. Scoperto cosa combina in soffitta, che nel frattempo è divenuta un vero e proprio regno/rifugio ove ritrovarsi e sentirsi se stesso, il genitore va su tutte le furie: inevitabile che il rapporto tra Davide ed l'integerrimo padre si incrini al punto da spingere il ragazzo a scappare di casa, e a rifugiarsi nei pressi di una comunità variopinta, composta da senzatetto e prostituti omosessuali anche giovanissimi, che vivono dove capita, nei pressi di un parco pubblico, lavorando di notte mercificando la propria giovinezza, e rubacchiando presso gli esercizi commerciali di giorno. Una fauna di umanità eccentrica, piegata dalle difficoltà di tutti i giorni ma mai doma o arrendevole.

Davide Capone

Più buio di mezzanotte (2014): Davide Capone

Diario appassionato di una drammatica fuga resa necessaria da un rifiuto di comprensione, da un pregiudizio che sembra impossibile da cancellare nonostante l'amore che un padre può provare per un figlio, Più buio di mezzanotte, trasposizione cinematografica delle memorie di una celebre drag queen del Muccassassina, rimane purtroppo molto in superficie, vivendo di siparietti e personaggi stereotipati impegnati nelle situazioni sopra le righe purtroppo viste e riviste che inevitabilmente finiscono per avere il sopravvento sulla materia, tendendo a sviare un discorso serio e drammatico che meriterebbe più focalizzazione e meno parentesi colorate, kitch o melodrammatiche. Il film pare perdersi nella caratterizzazione di personaggi secondari eccentrici e costruiti a tavolino, convergendo in un finale da tragedia puntuale e un po' pedantemente annunciato.

Davide Capone

Più buio di mezzanotte (2014): Davide Capone

Caricaturali risultano pure le figure dei genitori, padre duro ed intransigente e madre dolce ma invisibile e troppo fragile e problematica per imporsi: i pur bravi Vincenzo Amato e Micaela Ramazzotti (una cieca in zatteroni con tacco 12!!!!!!) non riescono a distogliere il film da una certa scontatezza di situazioni o di caratterizzazione. Stesso discorso si ripete sul pur ottimo Pippo Delbono, qui impegnato a disegnare il personaggio più negativo e dannato tra tutti, quello del cinico sfruttatore, figura non esente tuttavia da una scontata bidimensionalità.

Davide Capone, Micaela Ramazzotti

Più buio di mezzanotte (2014): Davide Capone, Micaela Ramazzotti

Vincenzo Amato

Più buio di mezzanotte (2014): Vincenzo Amato

Insomma lodevoli intenzioni che si annacquano in una sceneggiatura un po' troppo convenzionale e risaputa. Si sente nostalgia per la lucudutà neorealistica e dura di un Mery per sempre o di un Ragazzi fuori, per la tenace e salda presa alla realtà di un Marco Risi che, anche per la maggiore esperienza, non si a sopraffare dal melodramma e dal colore.

Più interessante dello svolgimento, risulta invece a mio avviso il contorno dell'ambientazione catanese e l'interpretazione del fragile ma risoluto giovane protagonista, reso con credibilità e convincente resa drammatica dal giovane Davide Capone, corpo glabro, pallido ed efebico costantemente alla ricerca di una definizione ed identità sessuale che riesca finalmente a caratterizzarlo.

 

 

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