Regia di Sebastiano Riso vedi scheda film
È sospesa tra la luce e l’ombra l’opera prima di Sebastiano Riso, liberamente ispirata alla storia vera di Fuxia, drag queen storica del locale Muccassassina di Roma. Di giorno il quattordicenne Davide è come troppo abbagliato dalla luce. Di notte invece riesce a emergere dal buio ed è spinto verso il mondo che popola il grande parco di Villa Bellini a Catania di cui fanno parte emarginati come La Rettore, il primo ragazzo con cui entra in confidenza. Sembra essere un esordio sentito e pensato a lungo, meno efficace dell’altro film italiano che aveva aperto a Cannes la Semaine de la critique 2013 (Salvo di Grassadonia e Piazza) ma comunque capace di bilanciarsi tra le tracce autobiografiche e un tono più onirico. Amore stella di Donatella Rettore ritorna come un motivo ricorrente e segna una delle scene più belle del film con il protagonista davanti alle fotografie. E sono proprio le tracce mélo che potevano essere maggiormente sviluppate, evidenti anche nel rapporto tra Davide e la madre, in cui Micaela Ramazzotti recupera quell’intimità della sua migliore interpretazione (La prima cosa bella). I limiti di Più buio di mezzanotte si rintracciano nei dialoghi, in cui si ha l’impressione di sentire in modo troppo evidente la tecnica di una recitazione quasi di stampo teatrale. In contrasto con un film che, nei silenzi e nei pedinamenti di Davide, sembra essere più fisico, epidermico.
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