Trama
Anni Ottanta. Davide ha quattordici anni e i suoi lineamenti delicati e femminili non sono in sintonia con le idee che il padre ha su ciò che un ragazzo della sua età dovrebbe essere. Rifuggendo i continui conflitti casalinghi, Davide è attratto da Villa Bellini, il più grande parco pubblico della sua Catania, e dal mondo che lo popola, un universo di individui che sono abituati a vivere ai margini della società e che il resto della città finge di non vedere. In compagnia di truffatori ed emarginati che lo accettano come uno di loro, Davide inizia a vivere una doppia vita sempre più insostenibile ed è spinto verso impossibili scelte che deve affrontare da solo.
Approfondimento
PIÙ BUIO DI MEZZANOTTE: L'EMANCIPAZIONE DI UN ADOLESCENTE "DIVERSO"
Opera prima di Sebastiano Riso, scritta dal regista con Andrea Cedrola e Stefano Grasso e presentata alla Semaine de la Critique 2014, Più buio di mezzanotte si ispira alla vera storia di Davide Cordova (più noto come Fuxia, celebre dragqueen del locale romano Muccassassina) e racconta un anno di vita del quattordicenne Davide, un adolescente catanese diverso dai coetanei a causa del suo aspetto femminile tanto odiato dal padre. In pieni anni Ottanta e in costante conflitto con il genitore, Davide scopre una realtà del tutto inaspettata frequentando i giardini di Villa Bellini, un parco pubblico che nasconde un universo di reietti ed emarginati destinati a diventare la sua nuova famiglia. Con alle spalle diversi lavori come aiuto ed assistente alla regia (tra tutti, I Vicerè di Roberto Faenza), Riso - nato a Catania nel 1983 e laureato in Cinema a Roma - così racconta il suo debutto dietro la macchina da presa: «Più buio di mezzanotte vuole raccontare l'emancipazione di un adolescente. Sin dall'inizio ero consapevole che affrontando ciò avrei dovuto confrontarmi con il mio passato (domandandomi come ho vissuto io quella delicata fase in cui ognuno comincia a chiedersi quale sarà il proprio posto nel mondo) ma anche con la mia esperienza da spettatore.
A guidare il mio percorso sono stati i film che mi hanno cambiato e lasciato qualcosa dentro, facendomi diventare chi sono oggi. Autori come Rossellini, Truffaut, Tarkovskij e Gus Van Sant, e i loro piccoli eroi - tra cui l'Edmund di Germania anno zero, Antoine Doinel, Ivan e l'angelo biondo di Elephant - erano lì a testimonare come, quando si sceglie un adolescente per protagonista, si ha bisogno di essere follemente sinceri, come ha scritto Truffaut in una delle sue lettere. Follemente sincero per me vuol dire non usare trucchi o manierismi. E significa anche rispettare l'attore davanti alla telecamera, soprattutto quando hai a che fare nel mio caso - come negli esempi famosi che ho elencato - con un qualcuno che vive per la prima volta lo strano e parallelo mondo di un set cinematografico.
Sulla base di questa doppia certezza (sincerità e rispetto), ho scelto uno sguardo preciso che non abbandona mai il protagonista, che lo tiene sempre in primo piano e che lo segue come un'ombra, per usare un'espressione cara al realismo italiano, senza tirarmi indietro di fronte a nulla. Ciò che lui vede e ciò che lo fa soffrire è ciò che ho dovuto vedere e soffrire anch'io, insieme agli spettatori, per comprenderlo.
A parte il rispetto, una certa forma di discrezione è diventata sempre più importante in un mondo che ha perso il senso della vergogna e che si nutre di immagini come in un banchetto con troppe portate. La discrezione mi ha portato a rimanere lontano in certi momenti. Soprattutto in uno, quando Davide, il nostro piccolo eroe, viene violentato. Avrei potuto mostrare quella sequenza così com'era, brutalmente e senza mediazione. Forse avrei dovuto seguire i comandamenti di Truffaut da vicino ma in questo caso, pensando a Godard quando ha scritto che "le travelling est affaire de morale", ho capito che dovevo fermarmi e chiudere il cerchio intorno a Davide, senza urtarlo e senza nessun altro presente nella stanza in cui stava avvenendo la violenza. Sarebbe stato altrimenti uno shock inutile per lui e usato al solo scopo di scandalizzare.
Per la stessa ragione, mettere una certa distanza tra me e lui per restituire maggiore tenerezza, dal primo all'ultimo minuto del film ho usato la camera a mano per evitare di chiudere sul suo viso, preferendo le medie distanze ai primi piani e un montaggio con poche pause in modo da riprodurre il più fedelmente possibile il ritmo e il tempo della vita senza forzature.
Infine, ho deciso di girare Più buio di mezzanotte usando una telecamera digitale di ultima generazione ma combinata con lenti anamorfiche degli anni Settanta, con tutte le loro imperfezioni di colore ed ottiche, per rappresentare nel modo migliore la tribù di ragazzi imperfetti e diversi e trasmettere ai telespettatori la sensazione di qualcosa che sta accadendo oggi ma che è successa anche in passato e che potrebbe accadere nuovamente in un futuro non troppo lontano. Una storia fuori dal tempo e per questo motivo possibile in qualsiasi momento: il mondo è sempre stato pieno di adolescenti come Davide che soffrono e combattono senza sapere se riusciranno a sopravvivere o se saranno sconfitti in questa sleale battaglia».
Note
Sembra essere un esordio sentito e pensato a lungo, capace di bilanciarsi tra le tracce autobiografiche e un tono più onirico. Le tracce mélo, forse, potevano essere maggiormente sviluppate ma i limiti di "Più buio di mezzanotte" si rintracciano nei dialoghi, in cui si ha l’impressione di sentire in modo troppo evidente la tecnica di una recitazione quasi di stampo teatrale. In contrasto con un film che, nei silenzi e nei pedinamenti di Davide, sembra essere più fisico, epidermico. Ispirato alla vera storia di Davide Cordova, in arte Fuxia, la drag queen storica di Muccassassina, storico locale gay-lesbo-trans di Roma.
Trailer
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Commenti (3) vedi tutti
Ennesimo film in dialetto e quindi incomprensibile ai non siciliani. Leggo che è ambientato negli anni 80. E già allora si pagava in euro? E la tv con lo schermo piatto? Ridicolo.
commento di gruvierazChe bellissimooooo film! visto con il mio compagno ed altri amici ci siamo commossi tutti! ma quella che canta sulla barca è il vero Davide? Qualcuno sa rispondermi? Grazie e straconsigliato
commento di Brunofox3Un film meraviglioso e potente, delicato ma efficace. Un vero esordio stupefacente con un attore pieno di grazia. Abbiamo in Italia il nuovo genio, un mix tra Fellini Rossellini e Pasolini, ne sono certa! Vedrete!
commento di Pperpassione