Vittoria (Valeria Solarino) lascia il Nord per iniziare la carriera di magistrato in Calabria con lo scopo di combattere la 'ndrangheta. Assunta (Daniela Marra), invece, nella 'ndrangheta deve rimanere e, dopo aver perso il marito morto assassinato, è costretta a sposare il cognato Nando. Aiutata dalla sorella Caterina (Lorenza Indovina), a sua volta sposata con il latitante Alfredo Raso, Assunta desidera più di ogni cosa il bene dei due figli. Vittoria ha un obiettivo: scardinare l'omertà delle donne verso quel sistema patriarcale che sta alla base della più influente organizzazione criminale del mondo. Indagini e arresti sono armi inutili allo scopo; per vincere la sua battaglia l’unica possibilità è quella di togliere la patria potestà a tutte le madri che mandano a morire i propri figli.
Note
L’opera prima di Fernando Muraca volge al femminile lo sguardo sulle mafie e sulla lotta dello Stato contro di esse, adattando il romanzo Il cielo a metà di Monica Zapelli (anche cosceneggiatrice) e tratteggiando tre esempi di sesso debole che deve, per amore, per etica o per sopravvivenza, farsi più forte degli uomini. Il presupposto, però, si mangia il film: lo sguardo acerbo di Muraca e la sceneggiatura esile e farraginosa non sostanziano l’intento dell’operazione, limitandosi a evidenziare, per giustapposizione, le nature più simili che opposte delle donne, siano esse assetate di potere o di giustizia.
IL FILM E' STATO PENSATO DAL PUNTO DI VISTA FEMMINILE, PER RISPONDERE ALLA DOMANDA: PERCHE' ALCUNE MAMME CONSEGNANO LA VITA DEI FIGLI A PERSONE CHE PRIMA O POI LI PORTERANNO ALLA MORTE?
A ME SONO PIACIUTI I PRIMI PIANI, IL MODO DI RECITARE DELLE TRE PROTAGONISTE E LE SCENE ALL'APERTO.
LA COLONNA SONORA E' ADATTA AL FILM . leggi tutto
La 'ndrangheta declinata al femminile. Siamo nella Calabria Saudita, nota come la terra dei santi (anche se sul muro del bunker di un boss latitante campeggia l'immagine di padre Pio, forse perché il film è stato girato a Manfredonia). A fronteggiarsi c'è una magistrata (dato il tema, sforziamoci di concedere al lessico le sue regole) integerrima (Solarino) - che ricorda… leggi tutto
Bel film sulla ‘ndrangheta, immeritatamente poco noto. La bestialità dell’appartenenza al clan traspare perfettamente, in un contesto d’ignoranza e sopraffazione arcaica. E tale retta lettura è declinata nell’analisi del’elemento forse più sacrificato: quello femminile. Il romanzo di Monica Zapelli, che funge da soggetto, offre questa splendida…
IL FILM E' STATO PENSATO DAL PUNTO DI VISTA FEMMINILE, PER RISPONDERE ALLA DOMANDA: PERCHE' ALCUNE MAMME CONSEGNANO LA VITA DEI FIGLI A PERSONE CHE PRIMA O POI LI PORTERANNO ALLA MORTE?
A ME SONO PIACIUTI I PRIMI PIANI, IL MODO DI RECITARE DELLE TRE PROTAGONISTE E LE SCENE ALL'APERTO.
LA COLONNA SONORA E' ADATTA AL FILM .
La 'ndrangheta declinata al femminile. Siamo nella Calabria Saudita, nota come la terra dei santi (anche se sul muro del bunker di un boss latitante campeggia l'immagine di padre Pio, forse perché il film è stato girato a Manfredonia). A fronteggiarsi c'è una magistrata (dato il tema, sforziamoci di concedere al lessico le sue regole) integerrima (Solarino) - che ricorda…
Speriamo che non sia femmina: nella Calabria infestata dalla ‘ndrangheta, ogni morto ammazzato, ogni boss arrestato, corrisponde a una ferita sul cuore di una madre o di una moglie. Così è per Assunta, mamma giovanissima e già vedova, sposa per forza di un uomo che non vuole;?così per Caterina, consorte di un “capo” latitante di cui fa, sotto banco, le veci. Per loro valgono le leggi…
È di nuovo un film per bambini e famiglie il "pezzo grosso" della settimana: le vacanze di Pasqua si avvicinano e il film di animazione Home di presenta in forse nelle sale, occupando 500 schermi. Anche quello…
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Commenti (1) vedi tutti
Film particolare ma interessante solo per poco tempo poi alla lunga stanca.voto.4.
commento di chribio1