Regia di Gianni Crea vedi scheda film
Far west. La banda di Cooper imperversa nel paese di Stanton. Lo sceriffo è impotente, perciò è fondamentale l'arrivo in città del pistolero Jeff, fratello di una vittima degli uomini di Cooper.
Una storiella di soprusi, vendetta e giustizia personale nel vecchio west: il solito spaghetti western, si dirà. E bene o male le cose stanno così, se non fosse che I sette del gruppo selvaggio arriva con qualche anno di ritardo rispetto al boom del filone (seconda metà degli anni Sessanta / primi Settanta); si sostiene però che la pellicola fosse rimasta ferma almeno tre anni, prima di raggiungere le sale (se lo dice Marco Giusti nel suo Dizionario del western all'italiana, per me è legge): osservando la scarsissima qualità del lavoro e la sua fattura approssimativa, si capisce perchè abbia avuto simili problemi. Certo, il fattore 'poveristico' è una costante di molta parte del genere in questione, ma qui Gianni Crea, già avvezzo a performance di simile stampo, fa davvero del suo peggio per confezionare un film insulso. Fotografia, montaggio, recitazione e perfino le musiche di Stelvio Cipriani non brillano per entusiasmo; il solito Gordon Mitchell - cattivone di turno - interpreta l'unico ruolo sufficientemente incisivo. Per il resto a poco servono Mario Brega, Dean Stratford (cioè Dino Strano), Jack Logan e Femi Benussi. Sceneggiatura delo stesso Crea, che con questo titolo chiude il suo personalissimo 'ciclo western' (5 pellicole in 5 anni, considerando che I sette del gruppo selvaggio è stata girata nel 1972). 2/10.
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