Regia di Lee Su-Jin vedi scheda film
HAN GONG-JU (è il nome della protagonista, ma in Francia il film viene tradotto con un poco comprensibile ”A Cappella”), è l'opera prima della regista sud coreana Lee Sun-jin. Racconta, con un utilizzo poco prudente e fin molesto del flash-back, che la giovane regista mostra evidentemente di non saper bene padroneggiare garantendo limpidezza al contesto narrativo, la storia di una liceale, traumatizzata da una ipotetica violenza carnale di gruppo subita da parte di alcuni compagni di scuola. In attesa che la polizia compia le sue indagini, ad Han Gong-ju viene assegnata una nuova scuola, lontano dal suo quartiere, e per questo viene fatta alloggiare dalla madre di un suo nuovo giovane insegnante.
La quale, all'inizio, male accoglie questa soluzione, rimanendo impassibile e fredda nei confronti della ragazza, che tuttavia saprà conquistarsi il suo apprezzamento aiutandola nel supermercato che la donna gestisce.
Nella nuova scuola la ragazza fa amicizia con diverse ragazze; impara a nuotare, e scopre di essere un'ottima cantante. Una sua interpretazione viene registrata per un'audizione e finisce per caso in rete. Verrà riconosciuta da alcuni ex compagni accusati e rintracciata dai rancoroso genitori di questi, che pensano che la ragazza abbia inscenato un finto stupro per giustificare proprie situazioni private.
Finale tragico, ma toccante, tra le acque di un fiume, che rimane forse la cosa più convincente di un film che ha una storia drammatica e solida da raccontare, ma si perde tuttavia in una certa insicurezza o incapacità di rendere per immagini un insieme di avvenimenti o situazioni che invece mal si amalgamano tra loro.
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