Regia di Dino Risi vedi scheda film
A distanza di dieci anni da I MOSTRI, Dino Risi torna a dirigere un film a episodi. Questa volta l'ispirazione arriva dalle commedie-sexi che, all'epoca, avevano ormai preso piede nel nostro cinema, sfornando innumerevoli pellicole di dubbia qualità. Lo stesso discorso vale anche per questo SESSOMATO, dove Risi, pur con ambizioni di satira di costume, dirige una commedia leggerissima ma mai volgare, che ha come principale ingrediente il sesso, come ben specificato anche nel titolo. Nove episodi, nove sketch, dal chiarissimo impianto grottesco e barzellettistico, che altro non sono che un veicolo per uno scatenatissimo Giancarlo Giannini che si cimenta nelle sue doti istrioniche e trasformiste, mentre la parte prettamente erotica viene affidata a Laura Antonelli, icona di sensualità del cinema italiano. Giannini e' un maggiordomo siciliano che si approfitta della sua ricchissima e bellissima datrice di lavoro dal sonno particolarmente pesante; un immigrato italiano in Danimarca che si guadagna da vivere come donatore di sperma; uno sposino romagnolo erotomane che si eccita solo su mezzi in movimento...Come già specificato, molta leggerezza e molta attenzione agli incassi al botteghino, per un regista che, almeno qui, sembri aver perso quel cinismo e quella cattiveria che lo avevano contraddistinto nei precedenti lavori. Due episodi meritano comunque una certa attenzione. In NON E' MAI TROPPO TARDI (terzo episodio) Enrico (Giannini) e' uno stimatissimo avvocato sposato con una splendida donna (la Antonelli, qui in un ruolo più defilato). Enrico ha pero' un segreto: ha un'attrazione sessuale per le donne anziane. Corteggia con telefonate anonime Esperia (Paola Borboni) un'agiatissima signora ultrasettantenne. Una volta conquistata la fiducia dell'anziana donna, arriva nientemeno a sedurne la madre quasi centenaria. Siamo nel 1973 e l'episodio tocca un tema decisamente controverso come quello della gerontofilia. Ma non solo. Infatti la co-protagonista Paola Borboni, solo un anno prima aveva sposato il poeta ed attore Bruno Vilar, di ben quarantadue anni più giovane. Crudele ironia della sorte, i due ebbero un incidente stradale nel 1978, dove fu il giovane uomo a perdere la vita. In UN AMORE DIFFICILE (ottavo episodio, l'unico senza la Antonelli), Nino (Giannini) e' un ingenuo immigrato pugliese che si stabilisce a Milano in cerca di fortuna. Qui cerca il fratello maggiore Cosimo, emigrato molti anni prima e di cui non ha più notizie. Nino conosce Gilda (Alberto Lionello) un raffinato travestito che si prostituisce sulla strada. Tra i due nasce un sincero sentimento...Soggetto che sembra anticipare di ben diciassette anni il bellissimo LA MOGLIE DEL SOLDATO di Neil Jordan, dove il terrorista dell'IRA Fergus si innamorava di Dil, un giovane e femminile travestito di colore. Inoltre con il personaggio di Gilda, il bravissimo Alberto Lionello sembra anticipare quello del travestito interpretato da Michael Serrault ne IL VIZIETTO. Ma e' nel finale, quando un omosessuale si rivolge ai travestiti che si prostituiscono per convincerli ad entrare in un'associazione per la tutela di gay e travestiti che Risi ci regala un piccolo tocco di genio. Questi ultimi insorgono, con Gilda che rivendica, con l'appoggio delle colleghe, il loro diritto ad essere delle vere donne e non omosessuali. Un dibattito che ha ormai preso piede da anni e che infiamma dibattiti sia in televisione che sui social, con l'eterno dilemma delle persone trans/transgender, chi le considera donne a tutti gli effetti, chi dei malati che non accettano la loro condizione. Risi all'epoca aveva già previsto molte cose. La discussione termina quando Gilda si sente dire da una sua collega: "Gilda, c'è tua moglie".
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