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Sesso, bugie e videotape

Regia di Steven Soderbergh vedi scheda film

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La recensione su Sesso, bugie e videotape

di Baliverna
7 stelle

Meglio sarebbe stato non accettare in casa quell'ex-compagno di scuola col modo di fare affabile e untuoso, e con strane manie in campo sessuale, che presto si rivela una volpe entrata nel pollaio.

Di Soderbergh ho visto alcune opere più recenti, ma nessuna mi è sembrata di livello sufficiente. Questo suo esordio, tuttavia - che infatti ha lasciato il suo piccolo segno - l'ho trovato di livello superiore, benché non pienamente convincente.
Un merito che sicuramente possiede questo curioso film di un decennio che certo non batteva questi stessi sentieri è che il regista ha avuto il coraggio di girare un film basato sui dialoghi e sui ragionamenti, abbastanza sugli attori e per niente sull'azione, e neppure sull'ambientazione e le scenografie. Quasi un Rohmer, insomma, con la differenza che quello parla di sentimenti e questo di sesso. La trama si dipana in ambienti chiusi abbastanza anonimi, perché quello che conta è solo ciò che si dicono i personaggi, i loro volti, e il complesso gioco di relazioni e di tensioni che si dipana fra loro. Siamo appunto in presenza non del solito trianogolo, ma di un quadrilatero, dove un ambiguo giovane solitario getta lo scompiglio tra i coniugi, e mette in agitazione la sorella di lei. Nonostante si dichiari impotente, e grazie al suo fare il ritroso e il misterioso, il ragazzo non tarda a suscitare l'attrazione delle due sorelle, forse senza che sulle prime se ne rendano conto. All'inizio sono solo incuiriosite di lui e lo trovano simpatico, ma in breve si ritrovano ad ardere di desiderio carnale per quello che è come minimo un complessato, ma forse persino un maniaco sessuale. Se la moglie è frigida col marito, per l'untuoso intruso brucia, invece, di passione. Infatti, in questo complesso gioco la vittima appare proprio il marito, che praticamente viene umiliato due volte (dalla moglie e dall'amante). La posizione iniziale di quest'ultimo, tuttavia, è di un uomo a metà tra l'essere vittima reietta, e l'essere convinto adultero, il quale mente con diaboliche sagacia e freddezza anche quando è quasi stato scoperto. Non è chiaro in che luce il regista presenti questo personaggio, cioè come povero marito respinto dalla moglie che cerca un po' di soddisfazione con l'amante, o come un bugiardo patentato che l'amante ce l'avrebbe comunque. Insomma, c'entra o no la frigidità di lei con il suo comportamento? Questo è uno degli elementi irrisolti del film.
Nonostante non si vedano nudi, e neppure scene di sesso, è un film innervato di erotismo, e le due attrici hanno un fare ammiccante e insinuante.
Il problema principale è, secondo me, che alla fine la domanda, che si cova per tutta la durata del film, rimane: dove vuole andare a parare? Che cosa vuole dire sui rapporti tra i sessi? Forse vuole semplicemente mostrare come un elemento perturbatore - come spesso accade, incautamente invitato dalla vittima - rompa o sblocchi una situazione statica ma precaria, o sbagliata. Anche su questo aspetto, tuttavia, il film rimane sfocato.
Insomma, mi è sembrato un film intrigante, che ci trascina presto nella sua complessa partita a quattro, ma tuttavia irrisolto. Fino ad ora pare sia l'opera migliore di un regista che forse ha commesso un peccato di vanità credendo subito di essere un affermato autore.

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