Regia di Elisa Amoruso vedi scheda film
Pino Della Pelle detto Beatrice. Esiste veramente, è romanissima, un portento come meccanico, qualche cliente ha preferito lasciare il garage dopo che la titolare ha reso manifesto il suo desiderio di apparire donna, ma tant’è. Ormoni, trucco, abiti adatti alle occasioni. Beatrice è una signora che coltiva virilmente la propria femminilità. Può sembrare un paradosso e invece no: l’esordiente Elisa Amoruso racconta la storia di Pino in un documentario presentato in anteprima al Festival di Roma 2013, dove tutto è spontaneo e schietto come la protagonista, alla presenza della quale il porsi e proporsi romanescamente aggiunge simpatia sanguigna. Fuoristrada perché Beatrice è un asso del rally. Eterosessuale come Ed Wood, la donna dei motori ama un’altra donna, Marianna, e se la sposa. Due belle signore regolarmente maritate/ammogliate, con effetto rebound del paradosso. Un’opera curiosa, realizzata con didascalismo accattivante, che rischia però di essere divorata dal peso umanamente specifico del personaggio principale, baricentro stesso dell’operazione anche a scapito di contesto e “comprimari”. Il film segue l’onda del neo-documentario italiano sospinta dal successo del Leone d’oro 2013 Sacro GRA, anche se manca quella radicalità di sguardo capace di far fare al progetto il giusto salto di qualità. Comunque da difendere e da vedere, senza allacciare le cinture.
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