Regia di Wes Craven vedi scheda film
Craven estrae ed enfatizza la componente politica implicita all’horror (qui la zombificazione come controllo mortificante esercitato dalla dittatura sulle coscienze individuali) più per necessità di emancipazione dal genere che per spirito di contestazione. Consegna allora l’immaginifico alle sole sequenze oniriche e lascia che l’aspetto magico/antropologico emerga spontaneamente da uno stile di ripresa naturalistico, alle soglie del documentario. Peccato perda clamorosamente il controllo nel finale, dove risolve l’equilibrio formale magistralmente sostenuto in una stregonesca baraccata.
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