Regia di Roger Corman vedi scheda film
Opera ambigua e semi-sconosciuta questo Serpente di fuoco di Roger Corman, film dal titolo italiano particolarmente kitsch, che sostituisce mollemente l’originale The Trip, ben più puntuale e illumanante. Con l’espediente di affrontare, in senso pedagogico-sociale, un tema - per l’epoca - d’attualità come l’(ab)uso di sostanze stupefacenti quali gli acidi, Corman realizza un film estremamente avanguardistico e sperimentale. Peter Fonda, il protagonista, vuole condurre un’indagine sugli effetti dell’LSD, e sperimenta su di sé l’allucinogeno. Da lì in avanti il film si struttura – o, per meglio dire, si de-struttura – in una serie di visioni surreali, effetti ottici e montaggi sfrenati che cercano di ricostruire filmicamente gli effetti degli acidi lisergici.
Il film, del 1967, anticipa in maniera semplicistica e alquanto grossolana lo sperimentalismo visivo quasi astratto (con un forte richiamo alle avanguardie storiche e al dadaismo cinematografico) che, l’anno successivo, affronterà Stanley Kubrick nel suo 2001. In The Trip, il delirio visivo comprende soluzioni eterogenee – tra cui una bizzarra rivisitazione de Il settimo sigillo - , abbracciando, a differenza del film di Kubrick, la quasi totalità del film – fortunatamente, di breve durata. È manifesta l’intenzione, da parte di Corman, di spostare a poco a poco l’asse di un film che avrebbe, in nuce, un intento moralistico verso a pura sperimentazione linguistica. La sua natura ambigua e abbastanza singolare ne ha fatto, non a caso, un piccolo cult, e oggetto di studio per i teorici del cinema.
Detto questo, The Trip non è un film pienamente riuscito, proprio per la sua natura eccessivamente sperimentale e poco controllata dal regista Roger Corman, che si è trovato più a suo agio in contesti differenti – dove ha potuto sperimentare, con più rigore, la sua genialità visiva.
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