Regia di Alberto Fasulo vedi scheda film
Il vincitore del Festival di Roma 2013 è un film sulla solitudine: la solitudine di un uomo di fronte alla fragilità delle proprie decisioni. È la storia di Branko, camionista sloveno che per mantenere la famiglia ha mollato l’insegnamento e che, separato dagli affetti e fiaccato dalla fatica, sembra scontare il peso della sua scelta. Quest’uomo il regista Alberto Fasulo l’ha inventato, chiedendo all’attore Branko Završan di interpretarlo: ma una volta creata la cornice fittizia, ha scelto di aprirsi al reale e di percorrere con il suo interprete migliaia di chilometri a bordo di un tir, tra Italia, Spagna, Svezia e Ungheria. Cinque anni di lavorazione, tra riprese e montaggio, da cui è nato un film di viaggi sfiancanti, di soste senza fine, conversazioni telefoniche, pasti alla guida, docce a bordo strada… L’occhio è sempre rivolto verso ciò che sta dentro il camion, mai verso ciò che sta fuori: la strada è infatti scontata per un camionista, è un tragitto cieco, la decisione di una voce al telefono o di un navigatore; per Fasulo diventa allora un palcoscenico, un banco di prova dove sperimentare lo scontro fra performance e casualità, fra recitazione (le telefonate di Branko alla moglie) e reazione istintiva all’imprevisto. Da questa tensione tra finzione e documentario, forzata ma efficace, nasce così il sofferto ritratto di un uomo, un traghettatore condannato a una vita in cui ogni approdo è l’inizio di un nuovo viaggio senza meta.
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