Branko, un ex professore di Rijeka, da qualche mese è diventato camionista per un’azienda italiana. La sua è una scelta più che comprensibile dal momento che guadagna tre volte tanto rispetto al suo vecchio stipendio d'insegnante. Eppure tutto ha un prezzo, anche se non sempre quantificabile in denaro: il suo infatti è uno dei lavori più alienanti, assurdi e schiavizzanti, che esistano.
Approfondimento
TIR: UN DOCUMENTARIO SUI CAMIONISTI
Dopo Rumore Bianco (documentario sul fiume Tagliamento), il regista Alberto Fasulo in TIR ritrae non più un luogo stanziale ma un luogo di passaggio, un "non luogo" dell'anima: strada, autostrade e arterie che compongono il traffico internazionale d'Europa. Frutto di cinque anni di ricerche a contatto con sconosciuti e a bordo di diversi mezzi, TIR si concentra sulla figura del camionista Branko, un ex insegnante croato di Rijeka (Fiume) divenuto camionista per motivi economici. A spiegare la genesi del film è lo stesso Alberto Fasulo in occasione della presentazione del film documentario in concorso al Festival di Roma 2013: «Ancor prima che un film su un camionista, TIR è un film su un paradosso: quello di un lavoro che ti porta a vivere lontano dalle persone care per cui, in fondo, stai lavorando.Durante le mie ricerche ho alternato osservazioni sul campo a momenti in cui ci fermavamo a riflettere sul materiale raccolto, in una continua tensione creativa fra elementi di finzione e di documentario. Tutto questo mentre attorno a noi esplodeva una crisi senza precedenti, che definire solamente economica ormai suona riduttivo se non addirittura sbagliato. Ma più che fare un racconto sociologico mi interessava entrare sotto la pelle del mio personaggio e riprenderlo in un momento di crisi personale, in cui si vedesse obbligato a compiere una scelta non solo pratica, ma anche etica ed esistenziale. In questo senso, la mia ambizione è che il film possa essere letto come una metafora della vita contemporanea e lo considererò “riuscito” solo nella misura in cui saprà parlare a tutti coloro che vivono sulla propria pelle questo paradosso. M’interessava raccontare questa solitudine e esplorare i limiti di resistenza di una persona che ha compiuto una scelta lavorativa più o meno consapevole e adesso ne paga le conseguenze, vivendola fino in fondo. Nei miei cinque anni di ricerca per le strade, dentro le cabine dei camion, nelle aziende di trasporto, ho visto e incrociato molte storie e molte esperienze diverse. E questa storia, che è una storia reale, mi è apparsa archetipica di tutte in assoluto. Per quanto riguarda il metodo, andavo sul campo e tornavo a scrivere con Enrico Vecchi e Carlo Arciero, usando immagini, racconti, sensazioni che avevo provato e trovato sulla strada. Sorgevano più domande che risposte, ma lentamente abbiamo cominciato a percepire l’esistenza di una relazione profonda fra ciò che volevamo raccontare e le nostre stesse vite. Fino a che non ci siamo imbattuti in questa storia e abbiamo sentito immediatamente che era quella giusta per riproporre allo spettatore le questioni che ci interessavano. Branko è ovviamente un Ulisse, un uomo che ritiene che il dovere sia più importante del piacere».
Note
Cinque anni di lavorazione, tra riprese e montaggio, da cui è nato un film di viaggi sfiancanti, di soste senza fine, conversazioni telefoniche, pasti alla guida, docce a bordo strada. L’occhio è sempre rivolto verso ciò che sta dentro il camion, mai verso ciò che sta fuori. Per Fasulo il TIR diventa un palcoscenico, un banco di prova dove sperimentare lo scontro fra performance e casualità, fra recitazione e reazione istintiva all’imprevisto. Da questa tensione tra finzione e documentario, forzata ma efficace, nasce così il sofferto ritratto di un uomo, un traghettatore condannato a una vita in cui ogni approdo è l’inizio di un nuovo viaggio senza meta.
Nel 2013 TIR di Alberto Fasulo (Menocchio, 2018) ottenne il Marc’Aurelio d’oro come miglior film al Festival del Cinema di Roma.
La giuria riconobbe e premiò la sostanza palpabile del “fare cinema” in questo film così scarno, di nudità francescana, dove la cabina di uno di quei bisonti che circolano sulle autostrade è il set, i… leggi tutto
FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL FILM DI ROMA - CONCORSO Miglior film neanche tanto a sorpresa, in verita'. Assistendo alla proiezione ufficiale l'altra sera, in presenza del regista e dell'interprete, del direttore Muller, del fresco vincitore di Venezia Gianfranco Rosi e di Giuseppe Tornatore, si percepiva palpabile che il film, piu' efficace che bello, ma comunque in ogni caso, piaccia o meno,… leggi tutto
TIR di Alberto Fasulo
Nomen Omen!
di Gaia Serena Simionati
Uno che si chiama Fasulo, in dialetto "fagiolo" può mai produrre qualcosa di stimolante o ecletticamente originale?
Uno che, alla conferenza stampa di TIR ha fatto sbadigliare tutti o addormentare alcuni, e che alla proiezione, come risultato di reazione più scomposta, ha provocato un’agghiacciante silenzio in… leggi tutto
A metà tra il road movie ed il documentario di denuncia, quest'opera di Fasulo riesce a rimanere sul filo sottile dell'irrilevanza, senza riuscire ad approfondire veramente la realtà di un mondo lavorativo dove turni massacranti, mancanza di regole e livellamento verso il basso delle retribuzioni la fanno da padrone (grazie ad una massiccia entrata di manodopera a basso costo).…
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Nella vita di Branko, autista croato di autotreni, tutto è transitorio, ogni luogo è di passaggio niente è tangibile tutto è astratto. Il tempo di sosta lo si deve impiegare per le funzioni vitali primarie e per l’igiene personale senza la possibilità di guardarsi attorno. Il viaggio non è quello wendersiano avventuroso che ti trasforma, ma…
Direi che per questo Film-Documentario ma anche molto Film-Denuncia neanche tanto leggera e/o strisciante,tutto quello che si vede e' questo abulico Personaggio che di post-Mestiere fa' il Camionista,dirigersi verso mete impossibili con Viaggi lunghissimi ed estenuanti ... insomma la classica Vitaccia on the Road e quindi alla fine di tutto almeno per questo la Pellicola vale la visione anche se…
Branko è un uomo croato che ha preferito la vita del trasportatore a quella dell’insegnante. Guida il suo tir, spesso in compagnia dio un collega, per tutta Europa, e rimane per lunghi periodi lontano da casa e dalla famiglia che sente regolarmente per telefono. Ma guadagna tre volte di più e questo lo spinge a continuare con questa vita.
Alberto Fasulo racconta in questo…
Andare non dove vuoi tu, né dove ti porta il caso. Dirigerti, invece, verso mete che ti sono imposte da altri, di volta in volta, sempre diverse, sempre insensate. Anche questo è un modo di vivere on the road. Nettamente separati dalla leggenda, distanti mille miglia da ogni sospetto di poesia. La vita di Branko, autotrasportatore croato, ex insegnante, è fatta di chilometri…
Nell’editoriale di Mauro Gervasini su FilmTv n. 22, attualmente in edicola, si passano in rassegna le otto meraviglie del cinema italiano, ovvero gli… segue
Il vincitore del Festival di Roma 2013 è un film sulla solitudine: la solitudine di un uomo di fronte alla fragilità delle proprie decisioni. È la storia di Branko, camionista sloveno che per mantenere la famiglia ha mollato l’insegnamento e che, separato dagli affetti e fiaccato dalla fatica, sembra scontare il peso della sua scelta. Quest’uomo il regista Alberto Fasulo l’ha inventato,…
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Il diminutivo e' d'obbligo e non certo per sminuire una rassegna romana che sulla carta gia' si forgiava di titoli ed autori interessanti, lasciando, quasi come di consueto, il nostro paese ad essere rappresentato da…
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Commenti (3) vedi tutti
TIR non è un documentario, non ne ha l’intenzione, è fiction quanto può esserlo una storia vera riflessa in uno specchio
leggi la recensione completa di yumeStoria complicata ma non tragica, limitata ma non unica.
leggi la recensione completa di tafoDocu-Film senza fronsoli e poche news ma lo stesso sopportabile !
leggi la recensione completa di chribio1