Regia di Michael Spierig, Peter Spierig vedi scheda film
Premetto che i viaggi nel tempo ed i loro paradossi non mi appassionano. Del resto, non li interpreto nemmeno come il tema principale del film. Nel titolo, per una volta, la chiave: predestinazione. Impossibilità di scegliere, rinchiusi in una circolarità senza fine, condannati a ripercorrere gli stessi passi. L'illusione della via d'uscita, di un salto temporale, è, appunto, una illusione. L'impianto narrativo è scarno, persino ingenuo nella sua essenzialità, ma ha il merito di costruire una apparenza di geometrica sensatezza su una sostanza incongruente ed illogica nelle sue ricorsività e cesure razionali. Una metafora della vita, in sintesi. Intendiamoci, siamo in presenza di un b-movie, con una sceneggiatura non più che dignitosa. Ma qualcosa il film è in grado di dire e di dare. Decisamente buona, a mio giudizio, la fotografia, dove la predominanza dei toni caldi tratteggia effimeri ma sicuri ripari nel mare del tempo: un po' di tregua la si può trovare anche, e forse soprattutto, al bancone di un bar.
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