Regia di Michael Spierig, Peter Spierig vedi scheda film
I viaggi nel tempo hanno costituito, soprattutto dagli anni '80, un presupposto stimolante e intelligente per sviluppare una serie di pellicole che, da Ritorno al futuro in avanti, sono divenuti un vero e proprio genere nel genere.
Questo Predestination, opera dei due fratelli registi Spierig, già con Hawke nel non memorabile Daybreakers . L'ultimo vampiro, ha una trama la cui vicenda ufficiale la potete leggere qui sopra. La sua “vera” storia tuttavia è un ingarbugliato via vai temporale che non può proprio essere raccontato, se non si vuole svelare il nodo cruciale della vicenda, bruciando lo stesso film e devastandone la visione.
Possiamo solo dire che tutta la complessa (e pure molto macchinosa vicenda) si basa sull'enigma principe che affligge l'uomo allorquando egli si interroghi sulle incognite inerenti la nascita della vita sulla Terra: ovvero “è nato prima l'uovo o la gallina?”.
Detto questo l'attrice australiana Sarah Snook, già vista a Cannes lo scorso anno nel valido catastrofico These final hours, non riesce francamente ad apparire credibile nei panni della donna che diviene uomo cambiando sesso. Da quel punto di vista solo Neil Jordan con Jaye Davidson nell'ottimo “La moglie del soldato”, era riuscito a sorprendere e sin shoccare lo spettatore con una trasformazione imprevedibile e stupefacente: qui invece tutto appare prevedibile ed improbabile, salvo poi stupirci poi effettivamente con tutta una serie di avvenimenti che è davvero pressoché impossibile indovinare dall'inizio; ma che alla fine rendono rocambolesco ed eccessivamente convulso il via vai temporale, finendo per estenuare qualche spettatore, specie coloro che negli anni '80 erano già grandini per gustarsi la trilogia di Zemeckis, e ancor più quel gioiello coppoliano dei sentimenti perduti e della seconda chance che è “Peggy Sue si è sposata”.
Tutt'altro che pessimo, Predestination si fa apprezzare per l'atmosfera retrò e da B-movie che lo rende simpatico ed apprezzabile, anche se le riserve di cui sopra, ed i luoghi comuni ormai abusati in tema di viaggi ed assurdi temporali, la furbizia di fondo che lavora molto (troppo) sulla supposta predisposizione del pubblico a farsi raggirare come e più che si può, lo rendono un progetto interessante, curioso più che riuscito a tutti gli effetti.
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