Regia di Michael Spierig, Peter Spierig vedi scheda film
Incaricato di prevenire un devastante attentato a New York city ad opera di un misterioso e sconosciuto dinamitardo, agente 'temporale' di un'agenzia governativa per la sicurezza nazionale, viene teletrasportato nel recente passato per cercare di individuare ed uccidere il pericoloso criminale. Gravemente ustionato durante l'ultimo tentativo di cattura, viene sottoposto ad un intervento di chirurgia plastica che ne modifica completamente la fisionomia e incaricato della missione finale di un'operazione che ne minerà le residue certezze sul significato da attribuire al tempo ed alla sua stessa identità.
Adattandolo da un racconto del 1959 di Robert A. Heinlein ('All You Zombies') e informandolo delle atmosfere fanta-vintage del loro lavoro precedente ('Daybreakers'- 2009) i gemelli australiani della fantascienza distopica Michael e Peter Spierig, mettono il loro talento (di scrittura più che propriamente registico) al servizio di una storia che, partendo dai paradossi di coerenza e conoscenza generati dai 'loop temporali', approdano ad un cinema di intrattenimento che inserisce, all'interno di una cornice di genere, le tematiche di fondo sull'identità, l'individualismo radicale e l'etica gnoseologica care allo scrittore americano. Frutto più di un lavoro di cesello sulla congruenza logica di un complicato puzzle narrativo che sullo scarno repertorio di un immaginario fantascientifico low-budget (5 milioni di dollari) a dispetto della loro formazione come tecnici degli effetti speciali, i gemelli Spierig concepiscono un thriller-fantascientifico più prossimo alle speculazioni ontologiche di Josef Rusnak ('Il tredicesimo piano' - 1999) che alla debordante visionarietà dei fratelli Wachowski ('The Matrix' - 1999), dimostrando come l'irriducibile ricognizione delle coordinate spazio-temporali del cinema anglofono consenta di trovare sempre nuovi spunti all'interno di una inflazionata tradizione produttiva che sembrava aver esaurito le sue residue risorse di validità e originalità espressiva.
Benchè l'impianto drammaturgico e l'apparente convenzionalità di una messa in scena spartana (la maggior parte del film si riduce ad un lungo flashback sulla cronistoria di una peculiare sequenza temporale) costringano lo spettatore a seguire il filo logico di una vicenda cervellotica che sembra non riservare sorprese eclatanti, l'elaborazione dei piani della narrazione (tra memoria e azione, tra ideazione e speculazione) ricuce il filo di un percorso ontologico che risolve tanto il paradosso di 'coerenza' di una comune identità dei soggetti coivolti ('E' nato prima l'uovo o la gallina?...'E nato prima il gallo!'...che finisce per essere anche gallina) quanto quello di 'conoscenza' legato alle ragioni etiche di un viaggio temporale concepito per riparare al danno maggiore di quelli minori prodotti (a fin di bene) secondo una suggestiva logica machiavellica.
Credibile quando ci parla dei sentimenti di una identità sessuale indefinita e inafferrabile ('Orlando: A Biography' - 1928 - Virginia Woolf da cui l'omonimo film del 1992 di Sally Potter con Tilda Swinton) che finisce per fecondare se stessa, che quando racconta di una bizzarra 'Nemesi' in chiave noir di chi finisce per uccidere se stesso riparando infine ai danni di una sorte beffarda e manipolatoria con cui si ribadisce l'ineluttabilità e l'univocità del destino umano.
Predestination (2014): Sarah Snook
Terzetto di protagonisti di tutto rispetto (bravissima la Snook). Migliore sceneggiatura al Toronto After Dark Film Festival del 2014.
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