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Sotto una buona stella

Regia di Carlo Verdone vedi scheda film

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La recensione su Sotto una buona stella

di supadany
5 stelle

Dunque, la seconda vita cinematografica di Carlo Verdone la trovo abbastanza interessante (per mettere un punto di partenza dico “Ma che colpa abbiamo noi” (2002) che arrivava dopo anni di lavoro continuo con Vittorio Cecchi Gori), non priva di escursioni banali, ma spesso votata ad una ricerca (tranne “Grande, grosso e … Verdone” (2008)) per offrire qualcosa in più delle semplici macchiette.

Con questo film però sembra che la parabola sia ormai rivolta verso il basso, non manca la volontà di raccontare qualcosa che vada nel “concreto”, ma il risultato appare abbastanza fiacco.

Tutto sembra andare bene per Federico Picchioni (Carlo Verdone), ma in un lampo l’azienda per cui lavora viene chiusa per frodi fiscali e la sua ex moglie muore, per cui i suoi figli, Lia (Tea Falco) e Niccolò (Lorenzo Richelmy) gli piombano addosso.

La situazione diviene presto insostenibile, la sua donna (Eleonora Sergio) lo lascia, quando conosce la sua nuova vicina, Luisa (Paola Cortellesi).

L’impatto è traumatico, ma presto ci farà affidamento.

 

Carlo Verdone, Paola Cortellesi

Sotto una buona stella (2014): Carlo Verdone, Paola Cortellesi

 

Una cosa è paragonare questo Carlo Verdone agli altri comici nostrani (nella maggior parte dei casi di rara pochezza), un’altra è dire che riesca, in questo caso, a raccontare, come si deve, una storia propria dei nostri tempi.

Il tentativo è esplicitato fin da quanto accade nelle prime battute, un equilibrio (un po’ vuoto), viene distrutto, tutto cambia per Federico, ma poi il Verdone regista non osa e non sembra avere bene in testa come muoversi.

Si trova (decisamente) più a suo agio con siparietti estemporanei che strappano quelle risate che solo lui (in Italia) sa ottenere, ma li si ferma.

Manca terribilmente di continuità, la dimensione (principe) dell’abitazione focale ad un certo punto pare quasi una trappola dalla quale non riesce ad uscirne.

I caratteri dei figli poi sono troppo estremizzati, descritti troppo unidimensionalmente, al di là della situazione che si era creata, e la recitazione, di Tea Falco e Lorenzo Richelmy, entrambi insopportabili e con evidenti limiti (già fin dalla dizione e non c’entra la “parlata”) è un (più che) mezzo disastro.

Carlo Verdone, in prima persona, si sa comunque difendere, sa creare una sorta di empatia, ma come attore, non può far tutto da solo ed in questo modo evidenzia anche i limiti del regista che non vede (o non sa farlo).

Manca di attenzione, azzecca piccole deviazioni (anche molto piacevoli), ma manca di prospetto, pare controllato, il contesto richiedeva di più, anche il personaggio di Luisa (una Paola Cortellesi che dopo la scena d’ingresso, bruttina, sa riprendersi), ha in essere una figura, la “tagliatrice di teste”, che non le si addice molto.

Nell’insieme, direi che si tratta di un Verdone piuttosto deludente, solo in parte “graziato” da un’impronta genuina che non gli manca quasi mai, purtroppo sul resto si è lavorato maluccio.

Anche gradevole (in leggerezza), ma con troppi buchi (che a volte paiono voragini).

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