Regia di Carlo Verdone vedi scheda film
Federico fa il broker. Guadagna bene e si è rifatto una (bella) vita. La morte della moglie e la perdita del lavoro lo costringono a convivere con la sua nuova fiamma e i due figli, Nicolò e Lia, oltre che con la figlia di quest’ultima Aicha. Il rapporto in casa diviene impossibile da gestire (se ne scappa persino la governante!). L’incontro con la stramba vicina Luisa cambierà gli equilibri in famiglia.
L’ultimo film di Verdone è una commedia romantica con venature sociali, come al solito basata su un cast piuttosto vario di personaggi dalla complessità psicologica notevole. Per quanto le risate siano inferiori alle aspettative, l’operazione nel complesso risulta piacevole, tanto che se occorresse sintetizzarla con un solo aggettivo, la si potrebbe definire una commedia “garbata”. Le tematiche sono numerose, come al solito negli ultimi film dell’autore romano, tutte trattate con tocco decisamente delicato, che se da un lato significa non esasperare mai i toni, anche quando si parla di situazioni scabrose come quella lavorativa, dall’altra significa essere meno incisivi di quanto si potrebbe. Ma è un rischio calcolato, anzi, stando agli ultimi precedenti, quasi un marchio di fabbrica. Verdone non va mai oltre le righe, sia nella trattazione che nella recitazione: aiutato da una spalla ormai consolidata, con cui ha un feeling professionale piuttosto evidente, la brava Paola Cortellesi, “Sotto una buona stella” sa intrattenere e divertire, sa far riflettere e soprattutto ha un grado di romanticismo, rappresentato in particolare dalla scena in cui entrambi i protagonisti simulano amplessi a ridosso della parete comune, che è un tocco inaspettato per un film di Verdone, dove spesso l’amore è più tenerezza che passione vera (a maggior ragione qui, dove tra i protagonisti ci sono oltre venti anni di differenza). Bravi tutti gli attori, anche Tea Falco, nonostante il suo modo biascicato di esprimersi vocalmente. Notevoli anche le scenografie.
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