Regia di Carlo Verdone vedi scheda film
Dopo avere perso il lavoro ed essere arrivato tardi al capezzale della ex moglie che ha esalato l’ultimo respiro, Carlo Verdone si ritrova con due figli a carico, Tea Falco e Lorenzo Richelmy, una nipotina, una fidanzata sull’orlo di una crisi di nervi e qualche altro animale (letteralmente). In suo aiuto la vicina di casa Paola Cortellesi, “tagliatrice di teste” aziendale di giorno, buona samaritana di notte. Prevedibili sviluppi, con brio. Niente da dire: anche in Sotto una buona stella, così come nel precedente Posti in piedi in paradiso (2012), uno dei suoi film in assoluto più riusciti, Carlo Verdone dimostra di essere il solo autore di commedia capace di elaborare i conflitti del vivere comune, da quelli economici a quelli familiari. Al contrario di altri cinecomici non disdegna le “crisi”, anzi le affronta con una forza propulsiva che se lasciata libera non fa prigionieri ed è (ancora) irresistibile. Ottima l’idea di farsi questa volta affiancare da un’attrice brillante mai semplicemente “spalla”, ma complementare, come Paola Cortellesi. Che tra i due ci sia alchimia si vede benissimo nella lunga sequenza finale dei falsi amplessi, nella gag della badante romena o nell’esegesi del bacio in macchina. Dove il film risulta più debole è invece nel quadro d’insieme, nello sviluppo psicologico dei due ragazzi e nelle dinamiche domestiche, le quali, complice una casa che voleva essere algida e sembra invece soprattutto posticcia, rimandano troppo a quelle di una sitcom.
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