Regia di Carlo Verdone vedi scheda film
Quando Carlo chiama, non posso far altro che rispondere. Così, in un tardo pomeriggio di una calda domenica invernale, mi sono rilegata nel mio solito multisala cittadino, stracolmo. Tutti lì, tutti per Carlo. La partenza è soft, Carlo ci accompagna per mano nella vita di Federico Picchioni, uomo di successo, sperato da anni, con due figli che non vede praticamente mai, e una compagna bella, giovane e arrivista. Ma la sorte gli si rivolta contro e, all’improvviso, perde tutto e resta solo con solo ciò che aveva (forse) sempre ripudiato: i suoi figli con tanto di nipotina al seguito. Carlo si destreggia bene, da professionista scafato, ma è solo quando entra in scena Paola Cortellesi, la vicina taglia teste, che il ritmo diventa incalzante e la trama più piacevole. I duetti tra i due sono esilaranti, mai fuori luogo ne volgari. Carlo e Paola sono la coppia perfetta, era dai tempi della Gerini in "Viaggi di nozze" che non trovavo una "compagna" degna del buon, caro, Verdone. Quest’ultima pellicola del regista romano fa ridere quanto basta ma racconta anche di vita, dei problemi che affliggono il nostro paese, in modo sottile, senza polemizzare ne drammatizzare. Padri senza lavoro, figli costretti ad allontanarsi dalla propria casa per costruirsi un futuro, l’amore, l’amicizia, i valori veri. Carlo è uno di noi, uno del popolo, ecco perché sembra capace di raccontare le vite comuni, perché le guarda da dentro, attraverso i nostri occhi che sono poi gli stessi di chi lo guarda. Ora, certo, diciamo pure che non è capace di fare i film di una volta, ma a me gli ultimi due sono piaciuti perché riflettono i miei stati d’animo, i miei sentimenti che poi sono quelli della maggior parte di noi. I film di Carlo li vanno a vedere le famiglie perché non c’è tragedia, non c’è volgarità e nemmeno banalità, altro che Zalone e company, Carlo gli da' non uno ma ben due giri perché, la sua comicità, è ragionata e colma di pensiero, a tratti anche poetico. Beccati queste quattro stellette Carlo, sarò anche di parte ma questa è la comicità che fa bene. Se la colonna sonora fosse stata più incisiva come è solitamente nei tuoi film (ricordo ancora quella di "Posti in piedi in paradiso"), ti avrei dato anche la quinta stella ma tanto non mancherà occasione di rimediare ora che, la tua ispirazione, sembra davvero tornata sotto una buona stella.
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