Per un anno la regista Julie Bertucelli ha seguito un gruppo di studenti liceali di età compresa tra gli 11 e i 15 anni. Sono tutti ragazzi appena arrivati in Francia e provenienti dall'Irlanda, dalla Serbia, dal Brasile, dalla Tunisia, dalla Cina o dal Senegal. Animati dal desiderio di cambiare in meglio la loro vita, gli adolescenti mostrano innocenza, entusiasmo e tormenti interiori, che sfidano molti dei preconcetti sulla scuola, sulla religione e sull'integrazione.
Note
Momenti singolari (come il ragazzino cileno che ha paura di dimenticare, dopo il processo di apprendimento, la sua lingua madre) si alternano ad altri più convenzionali, mentre a nuocere al film sono soprattutto un eccesso di verbosità e l’idea dominante della lezione “frontale”, non sempre cinegenica. La correttezza politica, però, lo vedrà trionfare in sede di dibattito e nei cineforum, perché l’idea di cittadinanza in fieri che ne viene fuori è edificante.
La cour de Babel di Julie Bertuccelli e La mia Classe di Daniele Gaglianone
di Gaia Serena Simionati
“Le uniche poesie che vale la pena scrivere sono quelle con dei versi che se si prendono e si tirano contro una finestra, il vetro si deve rompere.”
Daniil Charms
Su questa frase sono… leggi tutto
Parigi, X distretto. Non è l’inizio di una avventura poliziesca di Nestor Burma, ma il luogo dove si svolge SQuola di Babele, documentario “narrativo” di Julie Bertuccelli, autrice di Da quando Otar è partito, premiato nel 2003 alla Semaine de la critique di Cannes. In una scuola cosiddetta “d’accoglienza”, la regista coglie l’attimo riprendendo (per un anno) una classe molto… leggi tutto
Il (nuovo) film con il botto è servito. È The Avengers 2, che è arrivato già da ieri nelle oltre 900 sale in cui sarà programmato per questo weekend. L'intento, evidente, è di…
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