Regia di Philippe Garrel vedi scheda film
Lo Lo scritto che segue è frutto di varie delucidazioni sul film lette su internet e da me rielaborate secondo la mia personale visione e lettura interiore.
“Non dovete guardare questo film e porvi delle domande, dovete guardarlo nello stesso modo in cui camminereste nel deserto . Il film è fatto di tracce ..e di pietre miliari .. è un film basato sulla coppia . Sono stato un convinto sostenitore della soggettività della macchina da presa , ma ora credo più nella soggettività della regia . A quel tempo stavo provando ad essere molto creativo nelle mie immagini . Ora mi rendo conto che è meglio preoccuparsi di come raccontare una storia anziché del modo in cui usare la macchina da presa . La macchina da presa è un elemento accidentale” (Philippe Garrel)
Philippe Garrel e Christa Paeffegen , ribattezzata in arte Nico, si conobbero nel 1969 a Roma, dove egli subì anche un doloroso elettroshock “La Cicatrice Interiore” appunto, che da titolo al film.
Lui, Philippe, proveniva dalle avanguardie artistiche del ’68 parigino che prendendo ispirazione dalla Nouvelle Vague di Godart, Truffaut, Rivette e da Jean Vigo , approdava al suo avamposto culturale più estremo , il gruppo Zanzibar , gruppo artistico d’avanguardia cinematografica , lontano anni luce da logiche commerciali e professante un estetica molto sperimentale ed allegorica.
Lei ,Nico , musa ispiratrice di Andy Warhol, proveniva dalla Factory e dai Velvet Underground, interprete di tre canzoni del loro secondo Album , splendido, divenuto pietra miliare del rock di tutti i tempi e parte della Storia dell’Arte, in quanto effigiato dallo stesso Warhol con la sua “famosa Banana”.
Fra Philippe e Christa fu subito un grande Amore , oltre che compagni di vita per dieci anni , ebbero anche un ineguagliabile sodalizio artistico.” Un Amore Galattico,” lo definì Nico .
E come tutti i più grandi Amori, anche se finiscono, soffri e te li porti dentro per sempre , solcando nelle pieghe dell’animo una ferita profonda , diventando , se si rimargina, Cicatrice Interiore .
Ma quante dolorose cicatrici tutti ci portiamo dentro. È un Dolore Cosmico quello narrato nel film , un dolore al quale non c’è spiegazione , come non c’è spiegazione sul perché della nostra esistenza e di questo il film ne dipana l’essenza narrando Sofferenza e Creazione attraverso un linguaggio mitologico , simbolico ed esoterico, ermetico nei significati , ma sorprendente in esperienza visiva e sonora
Philippe e Nico , condivisero un percorso comune fatto di immagini e musica . Nel film è impossibile scindere l’espressività dell’immagine da quella musicale . Il film di Garrel è Nico stessa , fatta voce e persona, che rappresenta se stessa . il film dal terribile fascino disperato è trasposizione in immagini delle atmosfere stordenti suggerite dal suo splendido e misconosciuto terzo album album di devastante bellezza , passato quasi inosservato: Desertshore, uscito nel 1970. Infatti Lei del film oltre che attrice, è anche coautrice e compositrice della colonna sonora .
Già prima, l’album Desertshore di Nico è stato utilizzato da Garrel nel suo precedente film Le Lit de La Vierge(1969), in cui Nico canta Falconer.
Bisogna riconoscere che poche volte si è assistito ad un tale intenso connubio di intenti , di visioni e di poetica, fra due persone che si amano.
Forse perché entrambi “marchiati” da quella “Cicatrice Interiore” , da quella sofferenza , da quell’angoscia esistenziale che ti porti dentro fin dalla nascita e che ti marchia come un qualcuno diverso
dagli altri, votato a maggiori sofferenze e tormenti interiori, perché così ci nasci, così è il tuo Karma e non ci puoi fare niente, solo conviverci fino alla fine. Se poi il talento innato può farsene voce , la sofferenza può diventare arte. Tutti gli Autori /Attori di questo film infatti non hanno avuto una vita ordinariamente semplice, tutti sono stati privati nella loro vita reale di una stabile, amorevole armonica famiglia.
Philippe Garrel, 6 aprile del ‘48 vive un infanzia tormentata dalla separazione dei genitori e questo condiziona molto, le sue opere, che sovente trattano, come anche questa, di una coppia, del loro figlio unico , e di una famiglia senza pace
Nico, 16 ottobre ‘38 , il cui padre muore in un campo di concentramento nazista, vive gli anni dell’infanzia e della fanciullezza in condizioni miserrime, allevata dalla sola madre, in una Germania devastata dalle conseguenze belliche.
Non ebbe una vita sentimentale felice e stabile. Ebbe in futuro periodi di vita costellati da gravi problemi di tossico dipendenza, e periodi contrassegnati da una irrimediabile , cupa, devastante depressione, fatta di solitudine e distacco dal mondo. Correrà per questo verso l’ autodistruzione, senza cessare di essere la più alta creatrice di musica del secolo scorso. Vedi, l’ultimo suo Album del 1985 Camera Obscura , prima della sua prematura morte avvenuta, il 18 luglio del 1988 a Ibiza in seguito ad una banale caduta dalla bicicletta per sopravvenuta emorragia cerebrale. Nel 1961 ebbe una parte minore nella Dolce Vita di Fellini, durante le riprese, conobbe a Roma, l’attore francese Alain Delon con cui ebbe una breve relazione ed un figlio, Ari.
Lo stesso figlio , Ari , anche lui ,segnato dalla nascita a non avere una vita semplice , recita anch’esso nel film , infatti Christian Aaron Boulogne, nato l’11 agosto del 62 non fu mai riconosciuto dal padre Alain Delon, fu cresciuto invece dalla nonna paterna all’età di due anni Edith Boulogne, la quale, visto il diniego del padre di riconoscerlo , gli dette il nome del suo secondo marito, Boulogne. Ari fu sballottato, in giro per il mondo dalla madre accompagnandola nella sua vita tormentata, sregolata ed artistica , per esempio, sua è la voce in Desertshore in Le Petit Chavalier. A lui sono dedicati i capolavori della madre, My Only Child e Ari’s Song.
Pierre Clementi nato a Parigi, nel ’42 anche lui di non canonica famiglia, ebbe infatti il padre ignoto e la madre corsa, cerca di vivere facendo il tagliatore di pietra e fattorino d’albergo, fu utilizzato da diversi registi , in quanto dotato di un fisico quasi mefistofelico, da una corporatura alta e sottile, da uno sguardo penetrante e da un volto vagamente ieratico . Divenne in pochi anni il simbolo di un cinema ribelle ed anticonformista . Volendo ricordare i film dove recita,fra i più famosi, Il Gattopardo, di Visconti, Bella di Giorno e La via Lattea di Bunuel, La Lit de la Vierge di Garrel, Porcile di Pasolini , il Conformista di Bertolucci, I Cannibali di Cavani. Una curiosità, appena finito il film La Cicatrice Interiore, Clementi, simbolo della contestazione di allora, fu arrestato a Roma per droga e passò 18 mesi fra Regina Coeli e Rebibbia.
Egli commenterà così il film scusate l’imperfetta traduzione dal francese “ Noi abbiamo voluto mostrare come la solitudine che attraverso l’ascetismo e il misticismo tende verso la morte come liberazione , può anche aprire sulla salute: la fraternità delle anime,l’unità nell’azione, il progresso- L’inizio dell’Uomo , che è riuscito a liberare sé stesso dalla solitudine e tramite i riti può ritrovare il senso della vita. “ Da notare che Philippe Garrel è ateo.
Abbiamo qui rappresentati : l’Umano, il Bestiale (cavalli e pecore) ed Il Divino. Oltre agli attori , ed alla loro presenza umana incarnata negli archetipi dell’ Uomo, della Donna, del Bambino e Sovrumana, incarnata dall’Arcangelo/Arciere/Cavaliere, Il protagonista principale è lo Spazio, dove la Natura scissa nei suoi
quattro elementi, Terra Aria Acqua Fuoco, perde la sua funzione semplicemente rappresentativa per assumere delle valenze dal forte valore simbolico , che rimandano all’Origine della Vita e dell’Uomo,in un paesaggio onirico e surreale . Lo Spazio ,è non-luogo, Senza Tempo di dimensione ancestrale ed arcaica , che diviene anche lo spazio irreale dell’anima, dune , deserto, roccia, distese di neve, mari, laghi, cascate . Fu girato in diverse parti del mondo, Egitto, Islanda Death-Valley , Sud Africa e recitato in tre diverse lingue, le tre lingue da Nico parlate, il tedesco, il francese e l’inglese. Diciamo pure che le parole, più che parole sono spesso urla, urla disperate che si disperdono nei lontani orizzonti dell’ambiente circostante
La composizione dello spazio ricercata ed utilizzata richiama la pittura di fine ottocento, in particolarePuvis de Chavannes.
Il film è breve, 57 minuti, minimalista, svincolato dalle tradizionali regole della narrazione, del montaggio, della sceneggiatura, della recitazione., senza dialoghi, fatto solo di espressioni a volte quasi liturgiche, , gesti, monologhi, grida, canti, silenzi .Non esiste una storia, il film è associazione di immagini riprese senza il filtro del montaggio , ma riprese in lunghi piani sequenza per carrellate lineari e circolari La Natura e l’Uomo, scomposta nei suoi quattro elementi, viene ulteriormente scomposta nelle figure geometriche e simboliche del Triangolo ( la famiglia: Uomo donna bambino) e del Cerchio, il cerchio di fuoco all’inizio e il cerchio di acqua alla fine, simbolo di Vita e di Morte e di circolarità inizio fine dell’esistenza.
Come ho scritto precedentemente è un film su una sofferenza eterna, sull’abbandono, sulla rottura, sulla crisi di coppia , sull’angoscia dell’anima ,sullo smarrimento, sull’erranza e sulla incomunicabilità delle anime, sulla solitudine e sul mistero dell’esistenza e della creazione.
Philippe e Nico come due primordiali Adamo ed Eva precipitati per castigo divino sull’Inferno Terreno. si incontrano . Questa terra dove alberga tutta la sofferenza e la solitudine dell’anima è il deserto e le montagne prospicienti di Chott –el-Jerid in Tunisia.
Nico appare seduta, come una vestale . Giunge Garrel . , le cinge le spalle, la solleva la trascina la porta via. non si sa dove “Where you take ?”. I due camminano insieme.
Lungo piano sequenza. Crepuscolo. Poi stacco netto di montaggio.
Nico disperata e piangente seduta a terra tiene Garrel per mano, come una bambina le stringe la mano e lo chiama “Philippe!” .”Can You help me, please?” Garrel indifferente e sordo guarda altrove si libera dalla stretta e l’abbandona, camminando via , mentre lei giace seduta dov’era. In questo momento preciso parte l’harmonium che tesse trame di perdizione nel vuoto rincorrendo l’organo di J. Cale perdendosi. Garrel si allontana camminando un percorso circolare nel quale allontanandosi ritorna su di lei , piangente ed incurante di lei, la calpesta e la oltrepassa, allontanandosi ancora. L’impressione è quella di un vortice malsano , che rapisce e non perdona . La voce di Nico squarcia il velo stesso della speranza urlando la dannazione della progenie quando non esiste ragione .
Jenitorof lunacy
Paralyze my infancy
Petrify the empty cradle
Bring hope to them and me
Janitor of tyranny
Testify my vanity
Mortalize my memory
Deceive the devil's deed
Tolerate my jealousy
Recognize the desperate need
Janitor of lunacy
Identify my destiny
Revive the living dream
Forgive their begging scream
Seal the giving of their seed
Disease the breathing grief
Custode di follia
Paralizza la mia infanzia
Pietrifica la culla vuota
Porta speranza a loro e me
Custode della tirannia
Testimonia la mia vanità
Rende mortale la mia memoria
Inganna il rogito del diavolo
Tollera la mia gelosia
Riconosci il bisogno disperato
Custode di follia
Identifica il mio destino
Rivivi il sogno vivente
Perdona loro grido accattonaggio
Sigilla il dono del loro seme
Malattia è il dolore del respiro
Garrel si allontana da lei ancora e poi ritorna, questa volta la guarda , mentre lei piange e si dispera, poi si alza ed urla :“I don’t need you!” Grida di non aver bisogno di nessuno. La cicatrice interiore, la disperazione ed il nichilismo in una donna che si attorciglia nel lamento e che non ammette vicinanze al dolore. Lo spinge con forza, si allontana piangendo. Scomparendo verso l’orizzonte del desererto. Il deserto dell’anima . Abbandonata, a sua volta abbandona. Lungo piano sequenza.
Crepuscolo. Stacco netto di montaggio.
Dal deserto alle distese di ghiaccio senza inizio e senza fine Il ghiaccio dell’ anima . incomunicabilità , solitudine in una sofferenza eterna. due binari paralleli che camminando non si incontrano mai
“Do you Know what you are? You Are Devil!” ..”Going to hell!”” I don’t under stand. You have anything to say?”
Garrel cammina Avanti sordo e muto Mentre Nico straziata a terra implora
“Oh God!” Anche l’uomo Garrel, ora si inginocchia chiamando Dio con le mani in senso di preghiera, poi stramazza al suolo. Anche qui il cammino è circolare. Lungo piano sequenza.
Crepuscolo. Stacco netto di montaggio.
Dalle viscere della terra, all’ingresso di una grotta fatta da stalattiti e stalagmiti somigliante ad una grande bocca aperta , appare Nico parlare in tedesco appare il titolo Cicatrice Intèrieure . Da questa cicatrice , da questa bocca della terra senza nome, da questa caverna di Lascaux, da questo ventre misterioso della terra che affonda in un magma acquoso esce nudo un fancilullo, Ari, il figlio di Nico.
Stacco netto di montaggio.
Ritorno al deserto. La madre su in cavallo bruno circondata da un cerchio di fuoco. Fuori dal cerchio il piccolo Ari, vestito di bianco da” Le petit chavalier” si allontana .
Lungo piano sequenza
Parte My Only Child , cantata a cappella , in perfetta solitudine , solo qualche brandello di coro ed accenno di fiati, dietro un crepitare timido ed abissale del silenzio
My only child be not so blind
See what you hold
There are no words no ears no eyes
To show them what you know
Their hands are old
Their faces cold
Their bodies close to freezing
Their feelings find
The morning small
Too small to fill their ways with breathing
The evening tall
My only child remember well
The words that you are told
For some of them it is only easy to survive
Their hands are old
Their faces cold
Their bodies close to freezing
Their feelings find
The morning small
The evening tall
Man and wife are feasting the time
The time that lies behind
At home in sweetness and delight
Drinking the bitter wine
Their hands are old
Their faces cold
Their bodies close to freezing
Their feelings find
The morning small
The evening tall
Mio unico figlio, non essere così cieco
Vedi cosa stringi
Non ci sono parole non ci sono orecchie nè occhi
Per mostrare loro ciò che sai
Le loro mani sono vecchie
Loro facce sono fredde
I loro corpi avvizziti e congelati
Trovano i loro sentimenti
La mattina piccola
Troppo piccola per riempire il modo con cui respirano
La sera è alta
Mio unico figlio ricorda bene
Le parole che ti sono state dette
Per alcuni di loro è solo
Facile sopravvivenza
Le loro mani sono vecchie
Le Loro facce sono fredde
I loro corpi avvizziti vicino al congelamento
Trovano i loro sentimenti
La mattina è piccola
La sera è alta
Marito e moglie banchettano con il tempo
Il tempo gli si cela dietro
A casa in dolcezza e piacere
Bevono vino amaro
Le loro mani sono vecchie
Le Loro facce sono fredde
I loro corpi avvizziti vicino al congelamento
Trovano i loro sentimenti
La mattina è piccola
La sera è alta
Crepuscolo, buio, stacco netto del montaggio.
Il figlioletto conduce via la madre a cavallo scavalcando di notte fuochi che si spengono. Entrambi sono vestiti di bianco, il cavallo scarno è bianco con sbiadite piccole macchie grigiastre.
E' l’immagine copertina dell’Album Desertshore.
Parte la rovinosa bellezza di All That Is My Own , a celebrare quasi lo spegnersi della fiamma vitale nel mesto incenerire della sostanza umana: un apocalisse dello Spirito teso verso la Rivelazione , tra tastiere minimaliste , trombe scalfite da rumorismi indistinti con la viola di John Cale, che lascia venire in superficie scintille orientali . Sullo sfondo la linea incerta ed inesplicabile del deserto.
Your winding winds stood so
All that is my own
Where land and water meet
Where on my soul I sit upon my bed
Your ways have led me to bleed
Every child will be able to weep
Every wise man spoke of him
Every keeper will be sleeper
And a guide to ways unsure
Your winding winds did sow
All that is my own
Where land and water meet
Where on my soul
I sit upon my bed
Your ways have led me to bleed
He who knows may pass on
The word unknown
And meet me on the desertshore
Meet me on the desertshore
Your winding winds did sow
All that is my own
Where land and water meet
Where on my soul
I sit upon my bed
Your ways have led me to bleed
He who knows may pass on
The word unknown
And meet me on the desertshore
Meet me on the desertshore
Meet me on the desertshore
Your winding winds stood so
All that is my own
Where land and water meet
Where on my soul
I sit upon my bed
Your ways have led me to bleed
He who knows may pass on the word I know
And meet me on the desertshore
Meet me on the desertshore
Your winding winds did sow
All that is my own
Where land and water meet
Where on my soul
I sit upon my bed
Your ways have led me to bleed
I tuoi venti tortuosi soffiano
Tutto ciò che è mio
Dove la terra incontra l'acqua
Dove, sulla mia anima siedo sopra il mio letto
I tuoi modi mi hanno portato a sanguinare
Ogni bambino sarà un leader
Ogni Parola di ogni uomo saggio sarà una regola
Ogni detentore sarà il sonno
E una guida per vie inedite
I tuoi venti tortuose hanno seminato
Tutto ciò che è mio
Dove la terra incontra l' acqua
Dove sulla mia anima
Mi siedo , sopra il mio letto
I tuoi modi mi hanno portato a sanguinare
Chi la conosce può trasmettere
La parola sconosciuta
E mi incontro sul lido di deserto
Incontriamoci sul Lido di deserto
I tuoi venti tortuose hanno seminato
Tutto ciò che è mio
Dove la terra e l' acqua soi incontrano
Dove, sulla mia anima
Mi siedo, sopra il mio letto
I tuoi modi mi hanno portato a sanguinare
Chi la conosce può trasmettere
La parola sconosciuta
E mi incontro sul Lido di deserto
Incontriamoci sul lido di deserto
Incontriamoci sul lido di deserto
I tuoi venti tortuose soffiano , così,
Tutto ciò che è mio
Dove la terra incontra l'acqua
È anche qui lungo piano sequenza. Crepuscolo. buio.
Stacco netto di montaggio.
La canzone termina. luce. un cavallo bianco corre. sopra
lo cavalca un uomo vestito di bianco che correndo di avvicina a Nico che cammina e la guarda.
In un deserto roccioso di luce abbagliante.
Poi buio stacco di montaggio .
Il cavaliere bianco e Nico sono lontani. Sopraggiunge fra le rocce un gregge di pecore nere grige brune , una sola quasi bianca, condotte da Garrel. Mentre Nico urla in inglese . Parte la viola dissonante ed acidula di Abschied,(Addio) evocando atmosfere di cupezze indicibili, parte la voce di Nico che penetra in gelido aculeo nel fianco stesso del suono.
Seinem Geiste bekenne Ich Mich
Ein Sehnen verzehret sein schönes Gesicht
Das ermattet von Güte beschattet allmächtig ist
Sein Körper bewegt sich nicht
Im Traume sich endlich sein Zwingen vergißt
Den heulenden Jubel erkenne Ich nicht
Der Mir den heiligen Frieden zerbricht
Sein schweigender Mund, seine schlafende Brust
Harren zärtlich der süßen Lust
Sein Körper bewegt sich nicht
Im Traume sich endlich sein Zwingen vergißt
Al suo intelletto mi appello
Una bramosia deforma il su bel volto
che, affaticato da tanta bontà, è supremo
Il suo corpo è immobile
e nel sogno finalmente dimentica gli sforzi
Non riconosco l'esultanza sfrenata
che mi distrugge la sacra pace
la sua bocca silente, il suo cuore dormiente
in attesa di un dolce desiderio
Il suo corpo immobile
e nel sogno finalmente dimentica gli sforzi
Garrel le dona un agnello nero e poi se ne va per sempre allontanandosi col suo gregge di pecore scure . Silenzio, belati, riecheggiano fra le rocche desertiche e luce abbagliante
Lungo piano sequenza quasi circolare, Crepuscolo. Buio. Stacco netto di montaggio.
Il gregge dal deserto corre con Garrel verso un prato di erba verde smeraldo. Chiusura netta di montaggio.
Inizia la seconda Parte abientata in Islanda
Dal mare come Tristano , arriva misteriosamente una barca con una vela nera, sopra un misterioso Arciere nudo e barbuto , Pièrre Clementi, sulla riva un cavallo bianco, Alter ego di Garrel sfasciatore della coppia. Il cavaliere viene sorpreso alle spalle da Nico che gli parla in tedesco e dalla quale si allontana.
Buio. Taglio netto di montaggio.
L’ Arciere è seduto di notte , ripreso di spalle rievoca il nudo di Ingres nella La Bagnante di Valpicon, notte e vapori di geyser. Crepuscolo . buio. Stacco netto di montaggio.
L’Arciere cavalca in cavallo bruno con poche chiazze
bianche fra in verde e le montagne scorge la vestale Nico sotto dirompenti alte cascate che gli dice “You can’t never be here .You Know that?”
Crepuscolo. Buio. Stacco netto di montaggio.
L’Arciere di notte nudo di spalle saluta avvolto da un paesaggio lontano innevato , vento e geyser.
Buio. Stacco netto di montaggio.
L’Arciere , come Prometeo che ruba il fuoco , preleva la lava dalla bocca di un vulcano, lo plasma e lo porta in dono nella notte in un lungo piano sequenza avvolto dalle braci ardenti del vulcano che luccicano nell’oscurità.
Buio. Stacco netto di montaggio.
Luce . Piano sequenza.
Il piccolo Ari nudo su sfondo bianco perso nella distesa ghiacciata senza fine , sembra un angelo, avvolto e come seduto sopra una nuvola di vapore. Saluta e sorride da un mondo lontano, fatto di candore ed di innocenza sulle note dell’ harmonium e della viola in una gioia che focia, esultando, nel suono della chitarra elettrica. Gioca e ride, piccola creatura , nata, misteriosamente emersa , dal caos primordiale, di una terra fredda ed inospitale, magma di acque, vapori, ghiacciai. Nascendo, emana calore.
Dal mare arriva la barca dalla vela nera, l’arcere porta il fuoco con sé al suono dell’ harmonium, la barca nera, passa fra montagne di ghiaccio annerite che emergono dalle acque. lungo piano sequenza toni grigi sporcano il bianco candore.
L'Arciere parlando francese esorta all’Amore , all’Eternità , dona il Fuoco, posandolo sul ghiacciaio dove è seduto gioioso il piccolo Ari.
Buio. Stacco netto di montaggio.
L’Arciere corre fra prati montagne nevai incontra Nico. Sempre ieratica. Circondata da una corona di fiori bianchi sull’erba . I due sono vicini , poi Nico si allontana da lui in un paesaggio avvolto dalle nubi, che richiama anche qui in pittura, l’ottocentesco Puvis de Chavennè.
Lungo piano sequenza. Buio. Stacco netto di montaggio.
Nico in un paesaggio di nubi e vento alle spalle un cerchio d’acqua all’ orizzonte una flebile luce del tramonto .
Buio. Stacco netto di montaggio.
Nico nel deserto, vento, specchio d’acqua circolare davanti a lei. Giunge l’arcere sopra un cavallo bruno.
Camminano uno in fianco all’altro in piano sequenza fino a giungere alla riva del mare, dove si trova la sua barca dalla vela nera. Commiato fra i due. Lui sale sulla barca, mentre , il cavallo bruno e Nico , rimangono da soli a riva. Nico parla in tedesco e poi si allontana con il cavallo. Sullo sfondo il deserto ed il cerchio d’acqua.
Buio. Stacco netto di montaggio.
Un cielo di nubi si apre. Dalle alte rocce spunta Nico. Cammina fra le rocce parlando in tedesco, portando in mano una specie di pietra gialla .
Ad un certo punto le cade dalle mani, quando vede un grande vapore salire dalle viscere della terra , da una specie di caverna.
Le mani e le braccia aperte al cielo in segno di preghiera. Qui, parte la prodigiosa Konig , canzone contenuta nell’ultimo suo Album Camera Obscura , estenuata dal morto suono dell’harmoniun.
O Konig, lass Dich leiten
Lass mich Dich begleiten
Konig, lass dich leiten
Lass mich dich begleiten
Auf diesem weiten Strand
Ergreife meine Hand
Ich will Dir alles geben
Das Dich am Leben halt
Ein Hoffen und ein Streben
Dein Blick bis in mein Zelt
O re, lascia che io Vi guidi
Lasciate che Vi guidi
Re, dentro, si
Lasciate che Vi guidi
In questa ampia spiaggia
Prendete nella Vostra mano, la mia mano
Vi darò tutto
Si mantiene in vita
Una speranza e un correre
Il Vostro sguardo nella mia tenda
Buio. Stacco netto di montaggio.
La canzone Konig continua.
Appare l’Arciere nudo di fronte, le braccia e le mani aperte in segno di preghiera, tiene in mano lo stesso pezzo di roccia simile a quello che teneva in mano Nico nella scena precedente e lo batte contro la montagna, mentre nella mano destra tiene una spada.
Lui alle porte della caverna, lei sopra la caverna fatta di roccia. A lei l'Arciere, tende e porge la Spada a forma di croce, che poi nelle mano a Nico assume la forma di croce capovolta,(simbolo di morte? o di rito?) mentre l'Arciere scompare nelle viscere della terra.
“Per molti , l’ermetismo del film è un presuntuoso rifiuto del linguaggio canonico, causato in larga parte dall’influenza delle droghe , ma i simboli che promana sono un linguaggio sotterraneo da assimilare e con cui convivere. Afferma Garrel “ Penso che nelle mie pellicole , i momenti che oggi sono muti e non dicono nulla, saranno un domani decriptati, quando si sarà trovata la parola giusta.”
Che in Garrel alberghi un arrogante vezzo autoriale è fuori dubbio , eppure è difficile trovare un altro autore francese altrettanto libero dalle convenzioni e ed entusiasticamente impavido.”
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta