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Incompresa

Regia di Asia Argento vedi scheda film

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La recensione su Incompresa

di Baliverna
8 stelle

Una bambina sbattuta tra due genitori sbandati e in perenne lite, che a tutto s'interessano meno che a lei.

Premetto innanzitutto che Asia Argento - come persona oggi - non mi è simpatica, ma questo suo film - suo suo - mi ha fatto una buona impressione.
All'inizio ero un po' infastidito da Charlotte Gainsbourg che parla in italiano, e dai molti accenti sgradevoli sparsi qua e là, sicché temevo una carrellata di sgradevolezze e di cinismo. Invece è una pellicola autobiografica che mette giù col cuore gonfio tutte le sofferenze di una bambina indifesa e innocente (come lo sono tutti a quell'età), sulla quale si ripercuotono le tensioni, le rivalità e persino l'odio reciproco di chi dovrebbe amarla e garantirle un ambiente sereno. La famiglia dove vive è sfasciata e devastata dall'egoismo, dall'adulterio, dalle ripicche, e dall'indifferenza; la piccola vive nel disordine, nella confusione, tra furiose liti, in una situazione insicura e in costante cambiamento. I genitori la amano "un po'", le concedono cioè a momenti qualche goccia di amore sulle sue labbra di moribonda, che non possono affatto saziare la sua sete. Anzi, dopo ogni piccolo momento tranquillo dove le viene offerta un po' di tenerezza segue una nuova esplosione di rabbia, una nuova scenata, un nuovo essere messa alla porta, per essere sbattuta da un genitore all'altro, o restare a momenti letteralmente senza una casa. Ad un certo punto della pellicola si comincia a temere per cosa le accadrà dopo quella carezza svogliata che le viene concessa. E' terribile, ma è esperienza autobiografica che ha profondamente segnato la protagonista, oggi donna adulta.
Quanto ai personaggi dei genitori, difficile dire chi sia il peggiore: il padre tutto preso dalla carriera cinematografica (Dario?) pieno di ambizione, di sete di vendetta verso la moglie, e schiavo della superstizione; o la madre che passa da un uomo all'altro (e uno peggio dell'altro), che pratica la magia e scarica volentieri la bambina dove capita non appena c'è qualcuno o qualcosa che ne attrae l'attenzione? Impossibile scegliere tra loro. Ad Aria non resta che un gattone nero, l'unico che non la pianta mai, perché persino l'amica del cuore amica proprio non è. Anche il personaggio della sorella adolescente fa venire il latte alle ginocchia. Aria cerca solo qualcuno che si prenda cura di lei, a cui importi di lei, ma non lo trova. Straziante constatazione.
La regia della Argento non sarà quella di un maestro del cinema, ma pure è quello che basta e quello che deve essere. Non si ha mai la sensazione del finto, dello stiracchiato, del buttato lì come nella fiction. Siamo anche lontani da certo cinema italiano contemporaneo, ruffiano, cinico e finto. Se poi, tra gli attori, la Gainsbourg non mi convince, diversi altri sì, con i personaggi che rappresentano: la piccola protagonista, il padre, gli amanti della madre, la sorella. Gli uomini di mamma sembrano tutti un po' libidinosi, se non pedofili: nel migliore dei casi si interessano ad Aria solo perché si immaginano cosa si potrebbe farci tra qualche anno con quella bambinetta lì. Il tizio con i capelli grigi è disgustoso. Complimenti all'attore (chi è?).
Come ho già accennato, la pellicola non è un bicchiere di acido solforico, girato con cattiveria e freddezza, ma una dolente confessione, sincera e quasi necessaria. Si sa, infatti, che quando si ha il coraggio di confessare certe sofferenze fanno meno male dentro di noi. Forse l'opera è una piccola vendetta contro il padre (ai cui meriti artistici non tolgo nulla), o forse è solo un bisogno di vomitare tutto il male che si è portata dentro fino ad ora. E' anche una pellicola che può mettere il dito sulle nostre piaghe: sia che siamo stati come Aria, sia come i genitori. Se Asia Argento non avesse vissuto da bambina questi sconquassi, probabilmente oggi non sarebbe spesso coinvolta in scandali, denunce, accuse e polemiche.                                                                              
 

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