Regia di Asia Argento vedi scheda film
Aria ha 9 anni, la prosa limpida e acuta di chi intuisce il mondo pur non essendone ricambiato, il diario intarsiato di scritte che s’incrociano e si dissolvono sui titoli di testa. Incompresa è un diario, nel senso più devastante e commovente possibile: un tuffo senza rete nell’esistenza esagerata e scomposta, agrodolce e vintage, di una creatura sensibilmente esposta alla vita e brutalmente spintonata ai margini delle case. Rimbalzata da mamma Gainsbourg e papà Garko - rispettivamente una sottile sagoma dark di nicolodiana memoria e un divo cinematografico di dubbio talento col sogno del film d’Autore: autobiografia e metacinema -, Aria vaga per Roma come fosse la Francia, infila l’occhio curioso nei vicoli metropolitani che diventano scorci quasi marittimi, scivola contro una porta chiusa col telefono stretto in mano, reincarnazione tragica di Sophie Marceau al tempo delle mele. Respira referenti internazionali, l’opera terza di Asia Argento regista, capace di incendiare gli interni domestici gettando inchiostro sulle pareti e parole di spietato disamore sulla bocca dei genitori, senza mai abbandonare l’intimità colorata e struggente del romanzo di formazione. Rivendicando, con ardore di bimba nata sotto un tetto di film e cresciuta con caleidoscopio di sfoggiate passioni, il diritto a un cinema libero: grottesco e malinconico, repellente alle etichette fino al masochismo, sfacciatamente pop, sentimentale. Incompreso, forse o comunque, ma prepotentemente fiero.
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