Regia di Riccardo Pazzaglia vedi scheda film
Riccardo e Carolina hanno un figlio ormai grande e non vanno più d'accordo. Per ragioni economiche decidono, anzichè di separarsi, di dividere l'appartamento a metà e vivere ciascuno la propria vita. Naturalmente la cosa sarà più complicata del previsto.
Separati in casa è il terzo e ultimo lungometraggio diretto da Riccardo Pazzaglia, a un quarto di secolo esatto dal suo debutto registico con L'onorata società (1961), una delle primissime pellicole con Ciccio e Franco. La coppia comica siciliana era presente anche nell'opera seconda di Pazzaglia, Farfallon (1974); in questo caso invece lo scrittore e regista partenopeo decide di virare verso la commedia sofisticata (più di contenuti che di gag) e di vestire lui stesso i panni del protagonista, forte delle recenti partecipazioni a un paio di pellicole di Luciano De Crescenzo, a FFSS di Renzo Arbore e soprattutto del successo televisivo della trasmissione Quelli della notte. E il suo personaggio in tv è bene o male lo stesso che interpreta qui, peraltro chiamandolo Riccardo, tanto per rafforzare l'idea che si tratti davvero di lui stesso; la recitazione di Pazzaglia d'altronde è talmente limitata che difficilmente potrebbe riuscire in un altro ruolo. Per la parte della moglie sceglie poi Simona Marchini, mentre per il figlio chiama il suo vero figlio, Massimiliano Pazzaglia; al debutto, il ragazzo avrà una futura carriera da attore di fiction sul piccolo schermo; altri volti noti in scena: Lucio Allocca, Marina Confalone e Iaia Forte, anch'ella alle prime armi. Nella sceneggiatura (del regista) non mancano le trovate brillanti e qualche manciata di filosofia spicciola più o meno buffa o condivisibile (il territorio in cui Pazzaglia se la cava meglio), ma il ritmo e la solidità narrativa sì, quelli mancano. 3/10.
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