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L'uomo che bruciava i cadaveri

Regia di Juraj Herz vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su L'uomo che bruciava i cadaveri

di zombi
9 stelle

cecoslovacchia primi anni 30. hitler è già al potere e si respira un'aria difficile, dove alcune persone che si sentono molto sostenute dal governo tedesco che promette una rinascita della grande germania dopo la sconfitta e l'umiliazione della prima guerra mondiale, insitllano a forza gocce di nobiler sangue teutonico nel loro per prepararsi a farsi carnefici e per non trasformarsi in vittime.

karl kopfrkingl è l'addetto al crematorio del cimitero, un uomo piccolo, grassottello, bruttino e con una viso tondo che ostenta un sorriso che vorrebbe confortante e invece risulta inquietante e foriero di notizie nefande. sarà per il lavoro che fa, ma nonostante si dia da fare per risultare gentile e accogliente con tutte le sue belle parole travisate da una lettura superficiale di un libro sul tibet, che ostenta anche agli altri, il suo desiderio di salvare il mondo si trasforma nella folle tragedia omicidia della seconda guerra mondiale.

con l'uso di un bianco e nero da film horror di serie b, un umorismo storto che ricorda più un ghigno che un sorriso, e l'uso insistito di primissimi piani che tra gli altri utilizzerà romero per il suo capolavoro cult sui morti viventi nello stesso periodo, la parabola di questo omuncolo che sfoggia la propria bella famiglia a complemento dell'enorme stima che ha di se stesso, seguirà di pari passo, quella della fanatica e disumana tirannia tedesca che sconvolgerà il mondo.

ogni ruga, ogni dettaglio del suo viso viene accostato a dettagli di animali dello zoo dove seguita a dire che ha conosciuta l'amata moglie lakmè. la dedizione che dedica al proprio lavoro di inceneritore di cadaveri è pari all'idea che si è fatto sfogliando e leggendo il libro sul tibet che sfoggia come un tesoro di fronte a tutti, sul risparmiare al corpo terreno la degenerazione della putrefazione dovuta alla sepoltura, lasciando che l'anima si liberi nell'etere, raggiungendo la prossima forma nella reincarnazione.

in pratica un assassino seriale in divenire con l'ossessione di salvare l'anima delle persone morte naturalmente e che piano piano uccide o spinge al suicidio, in una sorta di gentile invito verso la vittima destinata a levarsi di mezzo a causa dell'impurità del proprio sangue, per permettere alla sua anima di librarsi nell'etere e cercarsi un corpo migliore(magari ariano) e quindi salvarsi.

ci sono film che ti cambiano la concezione di vedere un film e soprattutto di cosa aspettarti da un film che ti cambi un poco la vita.

questo kolossal sulla rovina dell'europa neila prima metà del novecento, costruito intorno ad un ometto col fisico di un comico da cabaret e contemporaneamente con lo sguardo sghembo ed espressionista di colui che ti offre il dolcetto per condurti a mano direttamente nel forno crematorio è fenomenale e tremendo.

sono quei film di cui cogli la bellezza stilistica e tecnica e nello stesso tempo il terrore di ciò che sta raccontando.

un'idea così bella come quella di salvare le persone e poi il mondo, permettendo alla loro anima di librarsi nell'aere alla ricerca di un altro corpo in cui reincarnarsi, deformata da un'altra idea maturata nel corso del tempo di permettere tutto questo attraverso l'omicidio di massa.

il tutto attraverso lo sguardo gentile di un uomo dietro le cui sembianze si nascondono istinti ferini governati da una mente malata e sviata.

 

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