Regia di John Boorman vedi scheda film
Boorman gira un tardo noir, asciutto e spietato, più dei classici del genere.
John Boorman, che non fu mai un tenero, cominciò con questa pellicola dura e cruda, che descrive un mondo di personaggi spietati, nel quale conta solo il denaro. È un film gelido, dove nessuno prova amore o amicizia, ma solo avidità e desiderio di vendetta.
Il protagonista Lee Marvin, a ben guardare, è tutto sommato uno dei meno cattivi: è infatti interessato sì al denaro, ma per un senso di giustizia tutto sommato comprensibile. Non indulge in crudeltà gratuite e persegue questo unico scopo di farsi dare quanto gli è dovuto. Erano infatti soldi che gli spettavano per accordo, e frutto di un affare commerciale non molto chiaro. Qualche “collega” glieli aveva soffiati, a sua volta per ripagare un proprio debito... Insomma, è un giro vorticoso di denaro, dove la lealtà non esiste, e dove tutti si fanno lo sgambetto, e spesso la rivalità sfocia in omicidio. L'indeterminatezza di questa ditta e degli affari di cui si occupa aiuta a capire che l'unica cosa importante è il denaro, arraffato non importa come.
Lee Marvin è un bravo duro di poche parole, mentre Angie Dickinson interpreta bene una donna piena di rancore e bella, ma così gelida e scalciante da non risultare affatto attraente.
È un film ben fatto, girato con un occhio al noir classico e uno al cinismo degli anni '70. Boorma dirige con mano ferma, e si dimostra un vero regista, ma pur tuttavia gli rimprovero un eccesso di ricercatezza di stile, e forse delle ambizioni formali fini a se stesse. Questi elementi sarebbero comunque scomparsi dai suoi film successivi.
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