Regia di Michael Zimbalist, Jeff Zimbalist vedi scheda film
Primo tempo deludente e melenso. Nell'intervallo il regista richiama in panchina Edson bambino e manda in campo Pelè adolescente con la maglia del Santos e del Brasile. E' tutta un'altra storia: secondo tempo a tutta ginga in cui O Rey dribbla inarrestabile tutto e tutti, anche la noia. Voto 6.
Non è facile l'infanzia del futuro re del calcio, tra gente con la puzza sotto il naso che lo disprezza, puzza proveniente dai servizi igienici che deve pulire per aiutare il padre, e un inverosimile Altafini che gli mette sempre i bastoni tra le ruote, ma poi si redimerà. Il padre gli insegna l'arte del palleggio della frutta, delicatissima perchè lo spappolamento del mango è sempre dietro l'angolo. La svolta arriva con l'incontro con Waldemar De Brito, vecchia gloria del calcio brasiliano con un carisma alla Obi Wan Kenobi : questi lo rende consapevole di avere un dono, un dovere e un destino: è il depositario della ginga, lo spirito della capoeira e del calcio brasiliano, fatto di fantasia, audacia e istinto, denigrato dalla stampa ma in realtà nobilissimo, perchè è stato alla base della lotta del popolo brasiliano contro la schiavitù e l'ingiustizia. Presa coscienza di sè, il giovane Edson non potrà più essere fermato da niente e da nessuno e scriverà pagine indimenticabili della storia del calcio, restituendo fierezza agli appassionati brasiliani. Bellissimo, veloce e avvincente il racconto del Mondiale in Svezia del 1958, impreziosito da realistiche scene di gioco sul rettangolo verde realizzate da attori e regista con competenza tecnica e talento atletico, e da una indiavolata e allegra sfida a portare con tocchi di prima la palla da dentro l'albergo del ritiro sino a un faro; nel corso di questa sequenza, che riprende volutamente un famoso spot di una ditta di scarpe sportive con la nazionale del Brasile protagonista, fa capolino in un divertente cammeo anche il vero, immenso Edson Arantes Do Nacimiento. Nel finale del film la voce fuori scena del vero Pelè racconta brevemente le emozioni di quel suo eccezionale 1958 mentre scorrono le immagini in bianco e nero delle sue prodezze, come di prassi nei drammi sportivi recenti. La visione di questo film ha riservato perlomeno a me, ma penso anche a molti altri appassionati di calcio italiani, una piccola soddisfazione: vedere la nazionale svedese, dopo tutte le carognate che ha fatto alla nostra, perdere la finale del Mondiale in casa, e per di più di brutto, non ha prezzo! Per tutto il resto c'è una nota organizzazione leader nel settore delle carte di credito.
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