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Il segreto del Tibet

Regia di Stuart Walker vedi scheda film

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La recensione su Il segreto del Tibet

di mmciak
6 stelle

"Werewolf of London-Il Segreto del Tibet"
diretto nel 1935 da Stuart Walker,
devo dire che non mi è dispiaciuto.

La storia racconta che lo scienziato botanico
Vilfredo Glendon guida una
spedizione con un suo amico
tra i monti dell'Himalaya in
cerca della "marfisa lupina lumina",
un rarissimo fiore che cresce
soltanto nelle notti di luna piena.

Dopo una lunga scalata lo trova in una valle desolata,
ma viene ferito non gravemente da una spaventosa
creatura dall'aspetto felino.

Tornato a Londra, Glendon comincia a trascurare
gli amici e la moglie Lisa e si dedica in modo ossessivo
del prezioso reperto,finché viene contattato dal
sinistro dottor Yogami che gli dice che si sono
conosciuti in Tibet e lo implora di cedergli
la "marfisa" dal cui siero si ricaverebbe un filtro
capace di lenire le sofferenze di chi è affetto da licantropia.

Ma poi si accorge che lui stesso è affetto da questo,
e comincia ad avere paura delle sue azioni.

Il Film prodotto dalla Universal Pictures si
può considerare un B Movie per un Budget
risicato,ma anche un precursore del genere
perché in anticipo di 6 anni  dal più
fortunato "L'uomo lupo",considerato
il capostipite,per come tratta
appunto la licantropia e il trucco
che è dello stesso autore Jack Pierce,
e lo realizza in modo straordinario
anche se è meno pesante di quello
successivo.

In cabina di regia figura Stuart Walker,
che fa trasparire di essere a suo agio
nell'Horror e a mio parere fa buone scelte
registiche,creando tensione con degli
splendidi primi piani e inventandosi
come prima trasformazione che succede
con davanti le colonne,e con questa
creatività copre le lacune del Budget,
ma bisogna ringraziare anche la
Fotografia di un suggestivo e pastoso
bianco e nero di Charles J. Stumar.

Comunque il tutto appare interessante
perché la sceneggiatura scritta da John Colton,
ci disegna il personaggio principale come
un uomo ossessionato da questo soprattutto
dopo che scopre essere affetto di licantropia,
dove comincia ad avere paura delle sue azioni,
soprattutto verso la moglie che ha terrore
di ucciderla dopo che gli dicono che
"il licantropo uccide chi ama di più",
e anche disegnato in un modo come un
Jackill e Hide per il rapporto con la moglie,
e incentrarsi su di lui e il terrore che ti trasmette
grazie alla interpretazione inquietante di
Henry Hull.

Poi viene a sapere dai giornali di ragazze morte e
Scotlan Yard all'inizio non ci crede,
ma poi con il continuo degli eventi ci ripensa,
anche se questa è costruita in modo ridicola
e poco credibile per l'ironia che trasmette
anche in queste circostanze.

Ma non solo perché ci mette anche dell'ironia
nei personaggi di contorno,come ad esempio
le proprietarie dell'Hotel ubriacone che fanno
ridere,e non credono di quello che vedono
nel buco della serratura.  

Da segnalare la buona direzione degli Attori
dove figurano:

Warner Oland, Valerie Hobson, Lester Matthews,
Lawrence Grant, Spring Byington, Clark Williams,
J.M. Kerrigan, Charlotte Granville, Ethel Griffies,
Zeffie Tilbury e Jeanne Bartlett.

Invece nel reparto tecnico segnalerei
oltre al già citato trucco e la Fotografia,
gli effetti speciali di John P. Fulton e David S. Horsley,
la musica di Karl Hajos e l'art direction di 
Albert S. D'Agostino,attivo molto in quegli Anni,
anche in Film memorabili.

In conclusione un Film gradevole,
realizzato con un Budget risicato,
ma che il regista copre le lacune con
la sua creatività con buone scelte di regia,
che per una durata di un mediometraggio,
ti tiene in tensione per alcune scene,
e dove merita perché è precursore
per quello che avverrà dopo
per "L'uomo Lupo" nel 1941 (l'Anno
guarda caso della scomparsa del regista),
e che dal titolo in inglese preannuncia
il Film del 1981 di John Landis,
insomma una pellicola non perfetta,
con qualche ingenuità tipica del B Movie,
ma innovativa e si lascia guardare strappandoti
qualche sorriso per la vena ironica.

Il mio voto: 6,5.

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