Regia di Angelina Jolie vedi scheda film
Alla sua seconda prova da regista Angelina Jolie firma un film purtroppo altalenante e discontinuo e dove ad una buona prima parte, quasi frenetica, fa seguito una seconda fin troppo accademica e lenta, anche piuttosto debole in certi punti anche a causa di una sceneggiatura fin troppo schematica e pesante, un racconto di martirio (molto alla Furyo) e di edificazione personale nascosto all'interno di un film di guerra che abusa dei suoi stessi codici di genere, quando invece avrebbe avuto decisamente bisogno di una cura maggiore e, soprattutto, di qualche taglio in più.
La regia della Jolie si dimostra ancora acerba ma dal taglio decisamente classico e con una buona predisposizione per l'epicità degli eventi ma a cui manca ancora un certo respiro, diventando a volte eccessivamente pedante e troppo referenziale quando sarebbe invece servito una maggiore concretezza narrativa, questo anche per colpa di uno sguardo fin troppo algido e freddo, quasi formale, e quindi spesso incapace di trasmettere quell'emozione e quel sentimento che una storia come quella di Louis Zamperini meriterebbe.
Di tutto rilievo invece il comparto tecnico di cui si avvale la regista, sintomo dell'importanza e del valore imprenditoriale a Hollywood della ex signora Pitt, con veri pezzi da novanta che vanno dalla sceneggiatura scritta da Joel & Ethan Coen alla fotografia (splendida) di Roger Deakins per finire alle musiche di Alexandre Desplate.
Bravo il giovane attore britannico Jack O'Connell nel ruolo del protagonista ma su cui però grava, forse imprudentemente, l'intero peso della pellicola e questo nonostante dei buonissimi comprimari ma, ad esclusione dell'aguzzino giapponese interpretato dall'esordiente Miyavi, il più delle volte relegati in ruoli di contorno o comunque non adeguatamente valorizzati.
VOTO: 5,5
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta