Regia di Angelina Jolie vedi scheda film
Troppo esemplarmente intrisa di patriottismo e di American Dream per non essere portata sul grande schermo, la storia di Louis Zamperini - mezzofondista olimpico ed eroe di guerra - era stata acquisita dalla Universal già nel 1957, con Tony Curtis legato al ruolo. C’è voluto più di mezzo secolo per portare a compimento il progetto, con Angelina Jolie regista e produttrice e ben otto mani all’opera su una sceneggiatura che si scrive, letteralmente, da sola. Da ragazzino problematico ad atleta dei record, poi sopravvissuto allo schianto del suo cacciabombardiere, a 47 giorni alla deriva su un gommone nel Pacifico e a due anni nei campi di prigionia giapponesi, l’italoamericano Zamperini ha avuto una vita più smaccatamente cinematografica di quanto l’insipida mano della Jolie sappia rendere conto. Fornita di maestranze di lusso, confeziona un biopic educato e patinato, con dosi di mite violenza e azione spettacolare calibrate sul gusto del più vasto pubblico possibile: le torture inflitte dai sadici ufficiali nipponici restano quasi completamente fuori campo, mentre la resilienza fuori dall’ordinario del protagonista occupa ogni inquadratura. In questa scelta, pur cauta, sta il merito della Jolie: attrice passata dietro la macchina da presa, stringe l’obiettivo sui suoi interpreti (azzeccati almeno il protagonista O’Connell e la popstar giapponese Takamasa Ishihara, al suo esordio) e mette corpi e sguardi al centro della storia.
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