Regia di Angelina Jolie vedi scheda film
Sempre meno paga di essere la più fotografata, la più bella, la più remunerata, la più vista (cfr. gli incassi italiani di Maleficent), la più invidiata moglie del marito più bello, la più perfetta mamma di gemelli e figli adottivi di ogni angolo del globo, Angelina Jolie ha da qualche anno mostrato un'attenzione ed una passione nei confronti della regia che la vede impegnata ora alla sua seconda, impegnativa, complessa direzione di una grossa produzione: insomma Anjolina va alla guerra, sfidando il consorte Brad, anche lui impegnato, con Fury, a combattere il nemico in un carro armato nelle campagne di un'Europa depredata e ferita mortalmente dalla mnaccia nazista. La Jolie invece si concentra nella avveniristica, concitata, ma reale biografia di un reduce della Seconda Guerra Mondiale, l'eroico ed “immortale” Louis Zamperini, italo-americano campione olimpionico di atletica, costretto ad interrompere la sua eccelsa e promettente carriera di corridore perché impegnato nelle forze armate dell'aeronautica durante il secondo conflitto.
Una serie di vicissitudini avventurose e drammaticissime faranno sì che l'eroe sia costretto a superare prove estreme ed apparentemente al di sopra delle possibilità di sopravvivenza per un essere umano: atterraggi di fortuna sempre più pericolosi, sopravvivenze per decine e decine di giorni abbandonato nell'oceano assieme a pochi sventurati, prigioniero dei cattivissimi giapponesi, salvo in extremis per poter raccontare tutta la sua incredibile storia, e riprendere a correre anche negli anni della vecchiaia per scopi di solidarietà verso buone cause.
Nonostante quello che (malignamente) si potrebbe pensare, UNBROKEN (INVINCIBLE nella traduzione-interpretazione francese) non è per nulla diretto male: anzi la Jolie sembra molto a suo agio dietro le quinte, soprattutto nelle scene drammatiche degli atterraggi o nella lunga parte dedicata alla drammatica deriva a bordo di una scialuppa gonfiabile; attori bravi ed in parte, tra cui spicca il valido e già apprezzato (in '71 era eccezionale!!) Jack O'Connell, e il già noto “pelo rosso” Domhnall Gleeson (figlio smilzo dell'opulento, spesso grandioso Brendan) e l'inevitabile, fastidiosa retorica tutta americana che fa inevitabilmente capolino rendendo il film, nonostante l'impegno ed i mezzi spesi, un filmone tutto chiari e scuri, senza sfumature, dove ci sono i bravi ed i cattivi, la vita e la morte, la bellezza ostentata dei soldati americani (tutti con fisico da culturisti e visi simmetrici e da divi) che si antepone alla decadenza di fisici (gli stessi di prima, dopo la cura dimagrante imposta dalla crudele Angelina, strega come in Maleficent) consumati dalla fame e dalle insidie di una natura inconciliabile.
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