Regia di Alberto Lattuada vedi scheda film
E' "Senza Pietà" uno di quei film che, pur se inseriti di pieno diritto nel filone neorealista, in parte vi si discosta per un modo di raccontare la realtà dell'immediato dopoguerra con un pathos ed una drammatizzazione a volte fin troppo oltre le righe, ma con una sua genuinità schietta e sincera. Come in una moderna via crucis, la protagonista (l'ottima Carla del Poggio, moglie dello stesso Lattuada) attraversa tutte le tappe di un cammino senza speranza, che si fa anzi via via più cupo, passando da un effimero innamoramento verso un soldato americano di colore (che cercherà di portarla via con sè contro tutto e contro tutti) all'esperienza della prostituzione (con un "protettore" che sembra il sosia di Lele Mora con una quarantina di chili in meno..). Lattuada comunque affronta con tatto e senza morbosità anche gli aspetti più drammatici di questo altalenarsi di momenti felici ad altri di infinita tristezza, fino alla speranza di un nuovo avvenire che sembra però tanto vagheggiato quanto difficile da realizzarsi. Pur se con qualche accenno melodrammatico di troppo, rimane un buon film con un cast pienamente all'altezza.
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