Regia di James Franco vedi scheda film
Good Time Max, come dire: Massimo Divertimento. Quando si dice nomen omen. La terza e non troppo conosciuta regia di James Franco ci mostra appunto la vita dissoluta del giovane Max, ragazzino dall’intelligenza precoce votato al cazzeggio più assoluto (e deleterio). Tutto l’opposto del morigerato fratello maggiore con cui condivide un passato familiare caratterizzato dalla brusca separazione dei genitori. Il primo fa lo spacciatore e vive di espedienti; il secondo lavora sodo per diventare chirurgo. Due facce di una medaglia essenzialmente difettosa e destinate quindi a confondersi. Un excursus drammatico di bravate ripreso con attitudine spiccatamente amatoriale e low budget ma allo stesso tempo ricca di vezzi autoriali non sempre indispensabili. Il taglio dell’opera prima rimane interessante ed il disagio sociale che traspare da certe esistenze limite può definirsi efficace ma l’artificiosità e la voglia di strafare minano la spontaneità dell’intero progetto che in conclusione risulta un tantino forzato.
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