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Senza nessuna pietà

Regia di Michele Alhaique vedi scheda film

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GIMON 82

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Senza nessuna pietà

di GIMON 82
7 stelle

"La vittoria" d'un perdente".......

E' questa la parabola (discendente) di "Senza nessuna pieta' ",noir duro e "tipico" di una Roma periferica e marginale.

Angoli bui e malavitosi,dove il muratore Mimmo ne è  "Braccio violento",tipico "spaccaossa" silente e solitario al servizio d'uno zio imprenditore ad  "usura".Ma tutto è destinato a smuoversi anche negli angoli periferici dell'animo,quei lati umani nascosti da una durezza "necessaria",quasi adottata per la sopravvivenza.E' un corpo giovane e seducente di "baby squillo" a rivoluzionare l'ordine naturale delle cose.

Mimmo e Tania sono due "strumenti" al servizio del malaffare,l'uno nel procurare dolori l'altra per provocare piaceri.Sono due lati di una stessa medaglia,contrapposti nelle diversita' eppure uniti indissolubilmente dalle amarezze del destino.

Tematiche da noir "riciclato" e sovraesposto,figlie d'un esordio registico che  nelle numerose manchevolezze vive nella dolente performance di un Pierfrancesco Favino imbolsito da 18 chili in piu',barbuto e timido muratore di borgata.E poi vi è la "Lolita" Greta Scarano,fascino attoriale "in erba" , stereotipata nel ruolo di "escort" su commissione che incide piu' nella grazia fisica che nel talento attoriale.

"Senza nessuna pieta' " fluttua nell'universo di una borgata romana odierna,costruendone visivita' buie attinenti al contesto malsano,Alhaique inscena la "complessita' " d'un rapporto tra "salvatore" e "salvata."Un incontro che in principio è scontro,dove purtroppo la regia tralascia l'approfondimento di una relazione tormentata che vien su quasi "da sola".

 

 

In tutto cio' vi è l'aura amara di destini segnati ,il corpo della giovane è "passepartout" di peccato e redenzione,dove Mimmo ne è solo spettatore passivo almeno inizialmente.Ma nella Roma stile "casermone" vi è ancora una sensibilita' celata che diviene col tempo distruttiva.

Su intercessione dello scagnozzo siculo Gioe' il corpo di Tania deve essere affittato dal cugino di Mimmo Manuel,un viscido Adriano Giannini "factotum" del padre usuraio, un insolito (e grottesco) Ninetto Davoli nelle vesti di "padrino"  borgataro.

Mimmo  pur nelle distanze sembra innamorarsi di Tania,impedendone lo sfruttamento sessuale e punendo in modo violento il cugino Manuel,un gesto che attirera' su di sè la cieca vendetta dello zio Santili (Davoli),ora Mimmo è un animale braccato che deve salvare Tania.........

La vicenda sviluppa cosi' una narrazione figurativa tipica di una fiction,nonostante cio' il film si regge nel sempre bravissimo Favino,timido e imbronciato marcantonio,sensibile d'animo che in Tania vede una remota possibilita' di "riscatto".

Quel riscatto che da queste parti non esiste,infangato da collusioni e violenze mai risparmiate dalla regia, stretta nel contatto con i "corpi" dei protagonisti.

 

Ne vien fuori un opera discreta,coraggiosa nel (ri)proporre un genere oramai in disuso,un film che  spacca la critica,tra chi lo ritiene incongruente e superficiale e chi ne tesse le lodi per una figurazione atipica nel cinema italico,scampoli d'un "noir" in pieno stile,comandato da figure tradizionali del genere, in questo caso l'eroe silenzioso e la donna da salvare.

Favino e la Scarano ne assumono il compito,incarnando un "parallelo" con lo splendido  "Salvo" di Grassadonia e Piazza,pur essendo un paragone blasfemo il film di Alhaique cerca di ripercorrerne le "orme" del rapporto tormentato ma empatico tra due solitudini.In questo vive sempre uno sfondo malsano,incarnato da caratteristi come Claudio Gioè ,Ninetto Davoli e Adriano Giannini,ma su di loro si eleva il sempre gigantesco Favino che "salva" il film essendone il "faro",rendendo credibile uno sconfitto in partenza,ingenuo nei modi e in cerca di redenzione attraverso la salvezza di una giovane.

 

Le sfumature del rapporto  sono consolidati dal ferimento di Mimmo da parte di alcuni scagnozzi di Santili,la ragazza vede nella "passione"  di Mimmo una possibilita' di cambiamento nella propria vita,un classico "incontro" fortuito che ne cambia i destini,per Mimmo un momento di umanita' e nella giovane una visione nuova delle cose.

Ma la scrittura del fato è gia segnata irreversibilmente,in un rapporto impregnato dall'appartenza ad un "mondo" dove non vi è spazio per i sentimentalismi,almeno per Mimmo,nell'occhio di Tania sopravvive pero' il sogno di un amore (e una vita) nuova.

Alhaique descrive cosi' spazi vitali e corporei contigui alla storia,palazzoni anonimi e cementificati agli antipodi di spiagge romane e baracche di colf cubane.Se nei primi vi è la rarefazione dell'umanita',accecata dalla bieca violenza,nella seconda vi è un angolo di liberta' e distrazione concesso a Mimmo e Tania.

Ma dietro vi sara' la rincorsa d'una tragica vendetta,nella quale Mimmo è il parafulmine e Tania l'adolescente "illusa",un sogno che per la ragazza forse continuera',ma non per  Mimmo,moderno martire d'un mondo troppo sporco e violento,di cui pur facendone parte non è stato mai la medesima cosa........

 

 

 

 

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