Regia di Edoardo Margheriti vedi scheda film
Uno scrittore, divenuto cieco, ha bisogno di una badante e chiede esplicitamente che sia una donna brutta. Si presenta Anna, tutt’altro che brutta, mentendo: viene assunta. Fra i due si instaura una relazione complicata, destinata però a rivelarsi positiva per entrambi.
Edoardo Margheriti ha cominciato giovanissimo a respirare cinema, assistendo sul set il padre Antonio (il leggendario Anthony Dawson di mille film ‘di genere’); dopo qualche regia minore, soprattutto per lavori televisivi, il Nostro approda in sala nel 2013 con il suo primo lungometraggio ‘di serie A’. Il disordine del cuore è un lavoro autoriale, ben rifinito e confezionato, al di là delle pecche di sorta; scritto dal protagonista, Paolo Fosso, è un film che mira a creare un’atmosfera intensa e cerebrale, talvolta riuscendovi, altre cadendo su facili stereotipi e luoghi comuni non troppo onorevoli (in alcune scene trasuda un certo maschilismo perfino gratuito, per esempio, pur cercando evidentemente l’opera di distanziarsene). Indubbiamente la presenza della soubrette Milena Miconi nel ruolo della protagonista può far storcere il naso: e invece l’attrice (bene o male) funziona e tiene testa a Fosso, a Erika Blanc e a tutti gli altri interpreti, incluso il caratterista Franco Pistoni noto per una simpatica macchietta televisiva (era lo iettatore di Avanti un altro!, condotto da Paolo Bonolis). Forse il ritmo non è abbastanza costante e verso la parte centrale la narrazione si incarta un po’, ma Il disordine del cuore risulta a ogni modo una visione apprezzabile e con qualche valido contenuto, specie se si considera lo stato del cinema italiano contemporaneo. 4/10.
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