Regia di Jonathan Newman vedi scheda film
E’ un film d’avventura, che almeno nelle intenzioni iniziali parrebbe voler seguire tutti i crismi classici del genere, con belle e suggestive ambientazioni ed atmosfere ottocentesche (gli eventi sono collocati cronologicamente nel 1885 ed uno dei punti di forza è sicuramente l’isola con il grande albergo arroccato), senza frenesie, ritmi frenetici ed effetti speciali digitali, ma che non riesce ad appassionare. Ad iniziare dal giovane protagonista Mariah Mundi interpretato in un modo monocorde ed inespressivo che non riesce a coinvolgere ed emozionare, personaggio poco credibile perché troppo incoerente, con eccessivi e repentini passaggi dall’imbranatezza e scarso acume da sfiorare la stupidità ad intelligenza vivace, acume, agilità, ecc., come funzionasse a corrente alternata. La trama è un poco raffazzonata, ha delle forzature ed incongruenza, punti di stallo e dormienza, i ritmi sono a volte da commedia teatrale, lo stile complessivo è persino ingenuo, innocuo, il sangue è praticamente bandito pur raccontando storie di criminali all’apparenza cinici e spietati, stile Walt Disney anni ’70, come se il target fosse prepuberale, al massimo adolescenziale, ed infatti gli adulti non riescono a farsi coinvolgere, annoiandosi. Manca di spunti veramente vivaci e di pura inventiva, che sorprendano anche minimamente, è tutto già visto un’infinità di volte e realizzato anche in modo approssimativo e mediocre, ma a deludere è soprattutto il finale. Un film che non è riuscito nel suo intento, non emoziona per niente, l’avventura è tutt’altra cosa.
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