Regia di Harold S. Bucquet vedi scheda film
Tracy-Hepburn. Basta la presunzione del loro coinvolgimento per trasformare una commedia dal programmatico impianto teatrale in una scintillante creazione cinematografica. Qui in particolare, la coppia è bravissima a sfruttare il primo piano - e di conseguenza ogni ammicco, ogni sguardo, ogni piega delle labbra, persino ogni ruga - per rendere l'evoluzione sentimentale dei personaggi, dalla stima e rispetto, all'ammirazione e all'amore. Basta osservare come il viso della Hepburn sia accenda, via via che la storia procede verso l'happy end; o come la mimica facciale di Tracy si sposti impercettibilmente da un'indifferenza accomodante a uno smarrito coinvolgimento. Il meccanismo perfetto della schermaglia amorosa messo in atto dai due, trova un'eco in secondo piano nelle bisbocce e nei bisticci della coppia Ball-Wynn, bravissima nell'amplificare le performance del duo di testa con mirabile applicazione da caratteristi. La trama è un giocoso divertissment, la regia poco più che un orpello: tutto ruota - messa in moto e scioglimento della trama - attorno alla coppia regina Tracy ed Hepburn. Il loro trono, con buona pace di chi ci prova comunque (vedi "The mirror has two faces" di e con Barbra Streisand), è ancora vacante.
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