Regia di John Ford vedi scheda film
"Sentieri selvaggi" è il più grande western di tutti i tempi.
Quando uscì il "Mucchio selvaggio" si disse che non si sapeva più a chi sparare, ma già in "Sentieri selvaggi" (13 anni prima!)non si sa a chi sparare: i Comanche non sono soltanto predoni ma pure rapitori e stupratori (dietro le quinte) di fanciulle. Eppure nessuno ha saputo rendere il dramma di un popolo destinato al genocidio come John Ford, nella scena in cui Ethan e il ragazzo entrano nel campo Comanche popolato soltanto da cadaveri, dopo un'incursione della cavalleria. Non abbiamo assistito al massacro, Ford non ha bisogno di sbattercelo in faccia e in questo sta la sua grandezza.
Ethan Edwards consacrerà la propria vita nella ricerca della nipotina, darà una caccia spietata ai Comanche, ma è un eroe che non puoi amare.
Quello che possiamo amare è "Sentieri selvaggi": un film spettacolare, crudo, intenso, onesto ed equilibrato che abbatte le barriere del Tempo ed entra nell'olimpo dei capolavori.
Forse nel 56 poteva essere un po' spiazzante per gli spettatori non avere una netta demarcazione fra buoni e cattivi; negli anni 70 diventerà una consuetudine. John Ford anticipò i tempi, come sempre, e lo fece con uno stile ancor oggi insuperato.
La più grande interpretazione del "Duca": il suo personaggio più controverso.
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